Pochi uomini e ancora meno mezzi economici. Per i Comuni, soprattutto quelli più piccoli (che in Molise rappresentano la stragrande maggioranza del totale), l’emergenza personale è la principale criticità che mette a rischio concretamente l’erogazione dei servizi.
Per bandire un concorso servono in media 8-9mila euro. Ammesso che un’amministrazione locale abbia a disposizione le risorse, c’è bisogno per esempio anche di avere in servizio il segretario comunale. Di avviare, nel complesso, una macchina organizzativa che per i Municipi spesso non è gestibile, senza dimenticare l’ipotesi di ricorsi e istanze che potrebbero bloccare l’iter e vanificare lo sforzo. Intanto gli organici si riducono sempre più fra pensionamenti e trasferimenti. Perché lavorare nei Comuni, proprio perché si è in pochi, non è affatto semplice. Si tratta di occuparsi degli adempimenti più vari – dall’anagrafe all’acqua – e tutti della massima importanza perché gli uffici municipali trattano servizi essenziali, che riguardano la vita quotidiana dei cittadini.
È raro, quindi, che le amministrazioni locali minori procedano a selezioni per reclutare dipendenti. Ma qualcuno lo fa. «Si tratta di colleghi coraggiosi, che si assumono una grande responsabilità, rischiando però di restare a bocca asciutta», denuncia la sindaca di Casacalenda Sabrina Lallitto. Episodio concreto e recentissimo: Sant’Elia a Pianisi ha espletato un concorso per funzionari amministrativo contabili. Che servono come il pane anche ad altri Municipi. Avendo a disposizione un elenco di idonei, c’è la possibilità di attingervi. Bene. Anche Casacalenda può sperare di rimpolpare lo striminzito organico allora. Invece no, la speranza muore subito. Perché la Regione il 25 luglio ha approvato un avviso per manifestazione d’interesse per la stessa categoria e identico profilo «utilizzando graduatorie vigenti formate da altre Pa». Facilissimo pensare che chi ha vinto il concorso di Sant’Elia sceglierà senza pensarci su due volte l’ente di via Genova. «Nel momento in cui c’è una ricognizione della Regione chi volete che scelga di andare a lavorare negli uffici di un Comune? È sicuramente legittimo tutto questo, non lo metto in dubbio, ma voglio lanciare un grido d’allarme, una richiesta di aiuto. In questo modo – spiega la sindaca – se la Regione di fatto brucia le graduatorie di chi con tanti sacrifici è riuscito a portare a termine una selezione pubblica, davvero non riusciremo più a erogare i servizi».
Per quanto sguarnita, la pianta organica di Palazzo Vitale non è al lumicino. E l’ente potrebbe bandire concorsi, di sicuro avrebbe meno difficoltà dei Comuni a farlo. La strada degli accordi con altre amministrazioni per ‘pescare’ personale nelle graduatorie delle loro selezioni, insiste Lallitto, azzera ogni possibilità per i piccoli enti. Costretti anche a ricorrere a società esterne di supporto per tappare i buchi, ma in quel caso gli operatori restano per un tempo definito negli uffici, poi devono ruotare. Quindi si ricomincia sempre da capo in termini di esperienza e continuità. «C’è bisogno di collaborazione fra gli enti, io su questo sono d’accordo. Ma noi Comuni – conclude – siamo sicuramente più in difficoltà rispetto alla Regione». r.i.

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