È Calenda il frontman del Terzo polo, ha deciso Matteo Renzi. Il cui ego non è secondo all’altissima considerazione di sé che ha il suo ex ministro dello Sviluppo oggi leader di Azione. «Nasce oggi per la prima volta un’alternativa seria e pragmatica al bipopulismo di destra e di sinistra che ha devastato questo paese e sfiduciato Draghi. Ringrazio Matteo Renzi per la generosità», commenta infatti Calenda. Ovviamente su Twitter, di cui è re incontrastato fra i politici italiani.
Parte il Terzo polo, dunque. Nel simbolo in evidenza il nome di Calenda e i contrassegni di Italia viva e Azione. Il perimetro comprende anche l’ex sindaco di Parma Pizzarotti. Il programma dei due partiti è molto simile e facilmente amalgamabile. Così lo sintetizza il deputato renziano Masismo Ongaro: «Insieme chiederemo il voto agli italiani per una prospettiva riformista e liberaldemocratica ancorata sull’Agenda Draghi, una visione per il nostro paese alternativa al bipopulismo della destra e del M5s. Agenda Draghi significa riforme strutturali per rilanciare la produttività e quindi l’occupazione, a partire dai giovani e dalle donne. Significa riaffermare con forza la vocazione europeista dell’Italia, la nostra presenza nella Nato, il nostro sostegno all’Ucraina e la difesa della nostra democrazia dalle interferenze di autocrazie ostili».
Anche la parlamentare molisana uscente di Iv Giuseppina Occhionero sottolinea «la grande generosità di Matteo (Renzi, ndr) che ha scelto di fare un passo indietro nella leadership. L’accordo raggiunto è un’ottima soluzione, anzi l’unica soluzione utile al Paese e al Molise. Il Terzo polo al centro, riformista, dà ragione alla posizione sempre coerente di Renzi e ha la massima capacità di attrazione. Sono convinta, dice, che avremo successo e che anche in Molise, in vista delle regionali, questo sia un nuovo punto di partenza».
Troppo presto per l’ufficialità, ma Occhionero dovrebbe essere ricandidata. Quando la corsa era in solitaria, di sicuro avrebbe guidato le truppe sia sul proporzionale sia sul maggioritario Camera. Ora la squadra va definita insieme a Calenda. E il valore del brand è aumentato, non è escluso che Roma decida di spedire qui qualche big per provare a ‘tirare al massimo’. A disposizione, comunque, ci sono due uninominali e, soprattutto il proporzionale per Montecitorio: la ripartizione è nazionale e il seggio è più contendibile.
I referenti regionali dei due partiti hanno da tempo avviato un confronto e fissato linee comuni per le regionali della prossima primavera, per esempio il no all’ingresso nelle liste di chi ha già avuto esperienze a Palazzo D’Aimmo. Un muro che sono propensi a mantenere anche per le politiche. Oggi è in programma un incontro fra il coordinatore di Iv Donato D’Ambrosio e il segretario di Azione Luigi Valente. «Ai cittadini daremo un’alternativa credibile e concreta, lavoriamo a proporre una squadra che la interpreti al meglio. Mi piacerebbe che i molisani, quando vedranno i nomi, possano dire: ah, però!». Niente scontenti del centrodestra, dunque. Centristi che non hanno scelto Azione insieme ai ministri ex Forza Italia ma sarebbero pronti a farlo adesso perché fuori dalle liste del centrodestra? «In quel caso – risponde Valente – i molisani non direbbero certo ah, però! Noi puntiamo a sorprendere in positivo».
Nel fronte centrodestra, dopo l’accordo con FdI che cederà ai moderati (che sul proporzionale saranno tutti in una stessa lista), resiste ancora l’ipotesi di una candidatura all’uninominale per il presidente del Consiglio Salvatore Micone, che ieri ha incontrato Cesa alla presentazione della lista unitaria “Noi moderati”. Se il Molise sarà fra i seggi ‘ceduti’ dal partito di Meloni, lui ha buone chance. Altrimenti non esclude la corsa sul proporzionale.

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