Giovane donna: insieme a Rachele Scarpa (che è capolista dem in Veneto), Caterina Cerroni è doppiamente simbolo del Pd che Enrico Letta vuole mediaticamente proporre per le politiche 2022.
Quattro under 35 capilista dem in tutta Italia: Scarpa e Cerroni, appunto, Raffaele La Regina in Basilicata e Marco Sarracino in Campania. La notte fra il 15 e il 16 agosto al Nazareno è stata tempestosa. La chiusura sui ‘plurinominali’ non è stata indolore. Ma la scelta di quattro volti freschi e ancora poco noti a livello nazionale come portabandiera in territori complicati segna un punto a favore del Pd.
Cambia l’assetto per il Molise, almeno per Montecitorio. La 31enne di Agnone è il primo nome nel plurinominale per la Camera (e non più il segretario Facciolla) ed è in lizza anche a Roma 3, sempre nel proporzionale, una posizione considerata eleggibile. Certo più del listino molisano. Anche se, nessuno può dire dove si fermerà la pallina del ‘flipper’ del Rosatellum (per la Camera il riparto è nazionale e pieno di incognite soprattutto per via dei piccoli numeri del Molise).
A 19 anni, Cerroni era già in Consiglio comunale ad Agnone, con l’amministrazione del compianto sindaco Carosella. Coordinatrice nazionale dei Giovani dem, alle Europee del 2019 è stata la più giovane candidata nelle liste Pd in Italia (nella circoscrizione Sud dove è inserito anche il Molise). Insieme all’organizzazione giovanile, ha chiesto al partito «candidature eleggibili, come accade per i rappresentanti delle organizzazioni giovanili dei partiti progressisti di ogni parte d’Europa». Tra le sue battaglie politiche la scuola, il precariato e l’ambiente. È convinta che alle elezioni del 25 settembre «i giovani faranno la differenza, perché per la prima volta più di 6 milioni di under 25 voteranno per il Senato». Ai dem chiede anche uno scatto verso la vera rappresentanza di genere: «Il tetto di cristallo esiste, anche all’interno del partito. Le donne ci sono, ma non sono quelle che guidano il processo decisionale. Ora vogliamo essere quelle che decidono. Sarebbe bello se ci fossero più donne ai vertici, e, in generale, più profili femministi».
In attesa della definizione degli uninominali, è certo – dice il segretario regionale – che il nome del Pd sul proporzionale al Senato resta quello dell’ex primario di Chirurgia del Cardarelli Giuseppe Cecere. Anche nel maggioritario, non dovrebbero esserci insidie per la preside Rossella Gianfagna. Facciolla, invece, dovrebbe correre sull’uninominale Camera. A meno di altri cambiamenti.

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