Presidente Claudio Lotito, ha trascorso l’ultimo mese in Molise. Una terra fantastica, ma per certi versi “maledetta”. Al di là dell’aspetto politico-elettorale, cose le resterà di questa esperienza?
«Ho girato in lungo e in largo il Molise e vi posso confidare di essermi innamorato di questa terra, delle persone autentiche e ospitali che la vivono, di quei paesaggi splendidi in cui l’impatto dell’uomo è stato minimo. Vorrei cogliere l’opportunità di riscattare questo territorio. Per me è una sfida ma anche una grande esperienza di vita, qualcosa che mi mancava e che porterò dentro per sempre. Sull’aggettivo “maledetta” non sono totalmente d’accordo. Questa terra ha già tutto, ha bisogno soltanto di qualcuno che la porti nei luoghi che contano per esaltarne le potenzialità, l’unicità: per metterla al centro degli interessi e degli obiettivi della propria attività parlamentare. Sono una persona concreta e determinata. Quotidianamente con le mie attività ho a che fare con i tavoli istituzionali nazionali, voglio portare proprio su quei tavoli i problemi del Molise, quello che è mancato finora».
È molto diversa la regione rispetto a come la immaginava?
«Scoprire questo territorio è stata una sorpresa ogni giorno che passava. Mi è entrato nel cuore. La gente sente forte le radici, ha il senso di appartenenza, soprattutto nelle comunità più piccole. Ho parlato con tante persone, ho apprezzato la loro educazione, ho colto nei loro sguardi la voglia di sentirsi nuovamente protagonisti in questo Paese, un’aspettativa che voglio fare mia per dimostrare che nella vita tutto si può fare, basta volerlo. Quello che più mi rattrista è sentire i racconti sull’esperienza dei quattro parlamentari uscenti dei 5 stelle e della deputata di Leu che non hanno lasciato alcun segno a vantaggio del territorio. Non una battaglia a difesa di istituzioni, imprese, diritto al lavoro o peggio ancora non aver mosso un dito per eliminare il commissariamento che sta “uccidendo” il sistema sanitario molisano per un importo del debito annuale risibile rispetto ai miliardi cancellati nelle Regioni che più interessavano ai governi di sinistra».
Chi non è d’accordo con la sua candidatura continua a ripetere: se dovesse vincere, il giorno dopo si dimenticherà dei molisani.
«Il tempo è galantuomo e dirà se Lotito sarà o meno una presenza costante in questo territorio. Chi ha saputo leggere nei miei occhi la determinazione con la quale ho raccolto questa sfida, ha capito che mi sono legato in maniera indissolubile al Molise. Ho voluto incontrare i cittadini di oltre 110 comuni, ho visto e ascoltato tutti, in presenza, non stando dietro un computer, facendo mulinare la rete dei social. Questo significa, per me, rappresentare l’autenticità e le aspettative delle persone: non freddamente dietro il monitor avendo la presunzione di avere la conoscenza reale dei problemi. Facile pontificare dai social, senza neanche aver girato queste realtà così profondamente disagiate. E quando ascolto gli appelli accorati di un anziano che ha 400 euro al mese di pensione, di un giovane studente che vorrebbe trovare un posto di lavoro vicino casa, di un imprenditore che vede salire alle stelle il costo dell’energia elettrica e del gas, mi domando come si possa percepire questo disagio se non guardando le persone negli occhi. Ecco, è questo che ha reso autentica questa mia esperienza: il contatto umano. Per tale ragione non mi bastava soltanto partecipare alle manifestazioni politiche: ho invece preferito entrare nei bar, nei centri anziani, nelle piccole, medie e grandi aziende, nei centri di ricerca, nelle università, nelle strutture sanitarie. Non ho voluto filtri né barriere tra me e la gente. Oggi mi sento più consapevole di ciò che potrei rappresentare. Ho ascoltato anche il dissenso perché anche quello ti aiuta a indirizzare il tuo impegno per gli altri».
Non basta, presidente. Al di là del Senato lei è un imprenditore molto impegnato. Avrà tempo per pensare al Molise? E come, quando? Se qualcuno tra i suoi sostenitori volesse rappresentarle un’istanza, a chi dovrebbe rivolgersi? Assuma un impegno solenne.
«Guardi, non faccio proclami ma la mia sarà una presenza costante e metterò a disposizione anche dei collaboratori competenti per recepire le istanze di quanti vorranno portare all’attenzione del Parlamento i problemi del territorio. Questa sfida mi appassiona ogni giorno di più. Sono fatto così. In passato ad esempio ho sposato nello sport la causa di Lazio e Salernitana e sono sempre stato presente, così come nelle mie aziende, condividendo con tutti obiettivi e crescita. Sono contro i soprusi e i disprezzo i furbi. Oggi, quando vengo in Molise mi libero da tanti pensieri e da tante sollecitazioni che al contrario, vivo quotidianamente a Roma».
Sanità e infrastrutture, due temi importanti. Forse fondamentali. Secondo lei è necessario portare con maggiore incisività le istanze molisane all’attenzione del governo. Crede che possa bastare? Perché fino ad oggi Palazzo Chigi non ha inteso recepire il nostro grido di dolore e cambiando l’interlocutore dovrebbe farlo?
«Chi mi conosce sa che se ho in testa un obiettivo lo perseguo fino all’ultimo. Quando una cosa la rispetti e la ami la difendi con tutte le tue forze. Ho grande stima del popolo molisano, lo sto conoscendo, ne apprezzo la correttezza e la generosità, i sentimenti. Il problema è che li ha rappresentati nella scorsa legislativa ha difeso i diritti dei cittadini solo a parole. Al contrario, farò prevalere la concretezza che è sempre stata la forza del mio successo e della mia storia professionale e imprenditoriale. Il mio primo impegno sarà quello di far uscire la sanità regionale dal commissariamento e lavorare per aumentare sensibilmente la dotazione finanziaria ad essa destinata. La gente deve avere la certezza di poter curare la salute in ogni luogo in cui vive».
Il Molise perde in media 3.500 abitanti all’anno. Nel 1992 i residenti erano più di 330mila, il 30 giugno 2022, 289mila. Dal 1° gennaio 2019 al 31 dicembre 2021 la perdita più consistente: 16mila unità. Considerando l’età avanzata della popolazione, tra 50 anni buona parte della regione potrebbe essere deserta.
«I numeri sono impietosi: se non si inverte subito la tendenza ci sono rischi concreti di perdere questa preziosa identità. Lo spopolamento dipende dalla mancanza di certezze. Dovremmo lavorare per dare certezze ai nostri giovani dando la possibilità al sistema delle imprese di poterli trattenere con proposte lavorative concrete e durature. Per farlo servono da una parte infrastrutture di mobilità e digitali dall’altra un sistema che agevoli le nuove attività, cioè che consenta ai giovani di potersi cimentare e realizzare come imprenditori, favorendo gli investimenti e garantendo al sistema delle imprese una fiscalità e un sostegno finanziario anche ai settori in crisi. Questo per evitare che i giovani lascino il territorio per aree maggiormente attrattive. A volte basta poco. Nel nucleo industriale di Termoli, ad esempio non si risolve il problema del rischio idrogeologico per la cifra risibile di 15 milioni di euro. Questo sta provocando il mancato insediamento di nuove aziende. Bisogna ricordare che dove c’è impresa, c’è sviluppo e, soprattutto, occupazione, c’è insomma una prospettiva per i giovani. In Molise ho visitato tante eccellenze, dai pastifici, all’industria dolciaria, dai caseifici all’artigianato, all’enogastronomia, dalle nuove tecnologie, alla ricerca, ci sono delle punte di eccellenza. Quello che hanno fatto questi imprenditori, in un territorio non facile, deve essere d’esempio per tutti, ma senza politiche concrete per l’occupazione i giovani continueranno a emigrare. Di fatto, esistono oggi diverse opportunità per creare qualcosa di nuovo, ma i parlamentari molisani uscenti non sono stati in grado nemmeno di informare i giovani su questi aspetti. Capite bene che c’è bisogno di un altro tipo di approccio. La politica è una grande opportunità per dare un servizio alla collettività, per farlo bisogna stare tra la gente e capire che tanti prodotti molisani, per esempio i tartufi, i merletti di Isernia, le mozzarelle, vengono venduti da altre regioni che su quei prodotti mettono solo il marchio. Questo è assurdo. Tutto può creare occupazione, anche i siti archeologici che ci sono. Bellissimi e unici, ma vanno messi a sistema e valorizzati in un sistema globale. Sono certo che lavorando in questa direzione il Molise si riscatterà davvero, con il contributo di un governo».
Presidente, un impegno meno solenne ma importante: un’amichevole tra una rappresentativa di calciatori molisani e la Lazio. Promesso?
«Spero che la mia presenza in Molise possa portare benefici anche nello sport. Ragioneremo su una possibile amichevole, abbiamo tempo, ma prima ci sono le questioni serie come la sanità, le infrastrutture di mobilità e digitali e, soprattutto, il lavoro. Ai quali aggiungerei anche l’impegno per preservare il territorio dal rischio idrogeologico. Quanto successo nelle Marche è terribile, queste sono le emergenze. Per il Molise io ci sono e ci sarò».
Per portare la Lazio in Molise ci sarà tempo, ma il calcio e un gioco e Lotito al momento sembra concentrato sulle istanze che ha raccolto girando in lungo e in largo la regione.
Al presidente va dato atto di aver riportato la politica in piazza, tra la gente. In questo mese ha incontrato i giovani universitari ma anche quelli che in un locale gli hanno dedicato un coro; ha visitato le cooperative sociali, le imprese, ha incontrato industriali nelle aziende e anziani nei paesini, non ha fatto distinzioni per nessuno. Ha seguito due partite della ‘sua’ Lazio ospite di due famiglie rispettivamente di Montefalcone nel Sannio e Larino; ha saltato un appuntamento perché un barbiere di Isernia, tifoso laziale, lo ha portato di forza nel suo salone per un taglio alla… molisana.
Insomma un “personaggio” che si è fatto apprezzare e che, al di là delle preferenze (politiche, s’intende), ha lasciato il segno.
lu.co.

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