Ha fatto molto discutere il suo no alla proposta di legge a firma di Micaela Fanelli che punta a introdurre l’incompatibilità fra la carica di presidente della Regione e l’incarico di commissario della sanità. «Io faccio da stampella a Toma? Io credo che questo testo, incostituzionale, non sarà approvato quindi alla fine sarà stata proprio la collega del Pd ad aver aiutato il governatore. Comunque, io mi chiederei piuttosto a chi sta facendo da stampella Micaela…».
Il capogruppo 5s Andrea Greco non delude le aspettative. È convinto che il ddl si inserisca in un disegno più ampio che guarda alle regionali. E passa, manco a dirlo, da Aldo Patriciello. «I dem devono decidere cosa fare da grandi,. Noi di sicuro non staremo col Gattopardo né con chi pensa oggi o potrà pensare domani di allearsi con lui», ribadisce. E rivela in questa intervista un fatto inedito. A fine mese dovrebbe tenersi la prima udienza di una causa civile intentata contro di lui dal gruppo Neuromed. «Mi chiedono 2 milioni per un danno che secondo loro avrei causato con la mia azione in Consiglio regionale e fuori. Per aver fatto insomma il mio lavoro». A difenderlo, contro un collegio difensivo blasonato, l’avvocato Massimo Romano.
Greco, fino a qualche mese fa a Palazzo D’Aimmo collaboravate col Pd. Adesso lei stronca sul nascere la proposta Fanelli che nelle intenzioni vuol togliere la sanità dalle mani di Toma negli ultimi sei mesi prima del voto.
«C’è stata una fase in cui abbiamo lavorato insieme, sì. Anche se spesso c’erano assenze in Aula che io ho evitato di far emergere con la votazione per appello nominale. Avrò premura in futuro di smascherare questa parte del Pd. Un partito che non è un monolite e all’interno dello stesso gruppo consiliare Fanelli e Facciolla vanno in due direzioni assolutamente divergenti. La Fanelli già guarda a Italia Viva e Azione, la stessa direzione a cui guarda per esempio Gianluca Cefaratti, legato a doppia mandata a Aldo Patriciello. E il fatto che Cefaratti convochi la Prima e Quarta Commissione, in seduta congiunta, come commissario anziano per analizzare la legge di Fanelli, incostituzionale, delinea un quadro chiaro. A maggior ragione se pensate che la nostra proposta, a mia prima firma, con cui chiediamo una commissione di indagine e studio sull’origine del debito sanitario del Molise e sugli appalti dell’Asrem fermi da 27 anni è da più di un anno in un cassetto. Queste persone utilizzano le istituzioni a loro piacimento».
Ha detto che il Pd non è un monolite. Si spieghi meglio.
«Credo che Facciolla sia distante da questo modo di operare. Ma non mi spingo oltre perché da una parte non mi interessa e dall’altra non faccio i conti in casa d’altri. Però è bene che il Pd sappia che il Movimento 5 stelle non ha intenzione alcuna di dialogare con chi è riconducibile o con chi in futuro pensa di poter dialogare anche con Aldo Patriciello».
Guardare ad Iv e Azione, se è un difetto e nella sua prospettiva lo è, appartiene però a tutto il Pd.
«Guardi, prima di scomparire il Pd deve innanzitutto decidere cosa vuol fare da grande. È bene che si delineino le loro intenzioni. Per il momento M5s sta già dialogando con altre forze politiche per costruire alleanze in vista delle regionali. Pensino loro ad uscire dall’equivoco perché noi equivoci non lo siamo mai stati. Una volta che si saranno chiariti si vedrà il da farsi. Certo è che non si può pensare di parlare con noi e con Italia Viva allo stesso tempo perché siamo su binari differenti rispetto alle cose da fare per il Molise e i molisani. Per noi la prima emergenza è quella sanitaria, perciò riteniamo che bisogna governare i processi avendo le mani completamente libere da lacci e lacciuoli, che sarebbero assolutamente nefasti perché significherebbe vincere senza poter cambiare le cose».
Martedì, quindi, le commissioni riunite esamineranno il ddl.
«Andrò in commissione per capire cosa dice Micaela Fanelli. Per me oggi non c’è grande differenza fra lei e Iorio, che ha presentato una legge incostituzionale sui precari del Covid. Lei si sta atteggiando allo stesso modo. Ma io dico a chi serve questa roba? In questo momento a nessuno. Mettiamo il caso, remoto, che questa proposta venga approvata. Cosa ci si aspetta che accada? Che i Ministeri rimuovano Toma magari in pendenza di un giudizio di costituzionalità? Una persona che da tempo sta nelle istituzioni dovrebbe sapere che quello che ha scritto non ha nessuna possibilità di avere effetto sulla vita giuridica della Regione Molise».
E quindi cui prodest?
«Cui prodest… Nel momento in cui Toma fa quello che noi chiediamo da quattro anni e mezzo, cioè pone un limite ai budget per le strutture sanitarie private accreditate – cosa che aveva già fatto Giustini ma probabilmente qualcuno da Toma si aspettava cose diverse, forse una marcia indietro che non c’è stata – si leva il coro che chiede al governatore le dimissioni. Sono coincidenze perlomeno strane. E l’iniziativa della Fanelli è perfettamente in questa scia».
Cosa fa Greco, la stampella a Toma?
«Se a muovermi questa critica è Fanelli, rispondo che è lei ad aver fatto la stampella a Toma, realmente, in situazioni importanti. E credo debba stare attenta perché rischia di fare da stampella ad alcuni operatori della sanità privata. Peraltro, con una norma incostituzionale. Lo ribadisco. Ne parlavo qualche giorno fa anche con Massimo Romano, la legge regionale non può essere più restrittiva della disciplina nazionale. Qui si tratta di incoscienza legislativa. Oltre al fatto che, faccio rilevare, che l’iniziativa non è condivisa neanche dal segretario del Pd».
Quindi secondo lei il testo non sarà comunque approvato
«Allo stato attuale è Fanelli quindi che sta rinforzando Donato Toma, gli sta dando un grosso assist perché se il ddl arriva in Aula viene bocciato. Allora, tornando all’inizio della nostra chiacchierata, i cittadini hanno bisogno di messaggi chiari. Noi abbiamo mandato sempre e solo un messaggio, con tutti i limiti che abbiamo perché siamo umani e sbagliamo. Io ad oggi non so che messaggi sta dando il Pd o perlomeno una parte del Pd, mi auguro che possano ritrovare la strada, la serenità. Se ancora una volta voltano le spalle all’interesse dei cittadini rischiano l’estinzione».
Il messaggio chiaro è mai col Gattopardo?
«Esatto: mai col Gattopardo».
Ha parlato di Massimo Romano. Continua il dialogo fra di voi, avrà un esito per le regionali?
«Oggi Massimo, oltre a una dimostrazione politica, mi sta dando anche una dimostrazione di fatto e personale. L’ho nominato come legale per difendermi dalla richiesta risarcitoria di Neuromed e sta seguendo la causa con grandissima attenzione. Quando sarà il momento ne parleremo insieme, io e lui, di questa vicenda».
Il Neuromed l’ha portata in Tribunale. E perché?
«Sostiene che con la mia azione, in Consiglio regionale e fuori ho creato, un danno che il gruppo quantifica in 2 milioni di euro. E lo rivendica in un procedimento civile. Aldo Patriciello mi aveva querelato due volte e i procedimenti sono stati archiviati perché il giudice ha ritenuto che non l’avevo diffamato ma stavo difendendo le mie ragioni. Dopo un po’ mi è arrivata la citazione del gruppo Neuromed perché a quanto pare io faccio il mio lavoro di consigliere regionale e vado a ispezionare tutto ciò che c’è da ispezionare. Loro hanno schierato l’artiglieria pesante, ordinari della Federico II e quant’altro. Io mi sono affidato a Massimo Romano».

rita iacobucci

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