Più tempo per valutare il programma operativo della sanità, nelle more della ricezione delle osservazioni del territorio. Pressing sulla Conferenza delle Regioni per arrivare ad accordi di confine per regolamentare la mobilità attiva delle strutture sanitarie private del Molise per le quali si conferma comunque l’indicazione di un tetto invalicabile per i pazienti extraregionali «al fine di evitare l’aggravarsi dei contenziosi». Promuovere accordi interregionali per gestire le patologie tempo dipendenti. Sono i punti cardine di una terza mozione, elaborata nel tardo pomeriggio di ieri e discussa in serata dal Consiglio regionale. Quando c’è stato uno scontro al calor bianco fra il presidente della IV Commissione Gianluca Cefaratti (esponente di Orgoglio Molise) e il presidente commissario Donato Toma. Terreno dello scontro, il blocco dell’extrabudget diventato atto programmatico dei 5s e di un pezzo del centrodestra, quella fedele al governatore. In calce alla mozione, infatti, anche le firme di Toma ed esponenti di spicco del centrodestra. Mentre la discussione proseguiva, però, si diffondevano voci di ripensamenti e defezioni. Di telefonate roventi. A mediare, rispetto a un atto che avrebbe spaccato in due la maggioranza (non solo in Aula), gli eletti di Forza Italia.
Ma ripartiamo dall’inizio. Diciotto i sì all’iscrizione del documento, assenti i due consiglieri dem, l’ex presidente Iorio ha votato contro, motivando poi la contrarietà anche al suo contenuto: troppo aderente alle richieste del tavolo tecnico di monitoraggio sul piano di rientro dal debito, che Iorio contesta da sempre.
La nuova stesura ha soddisfatto invece i 5 stelle, la cui mozione – poi ritirata – focalizzava proprio su un diverso approccio al rapporto con le cliniche private. In apertura dei lavori, il capogruppo Andrea Greco ha dato atto al presidente-commissario Donato Toma di aver avviato la regolamentazione che i pentastellati hanno sempre sollecitato con il decreto di fissazione dei nuovi budget di qualche settimana fa. Toma, per parte sua, ha rivendicato di aver fatto ciò che andava fatto appena è stato messo nelle condizioni, con la nomina a commissario. Ha poi ribadito ampia disponibilità a recepire altre osservazioni al piano, anche se la bozza è stata inviata ai Ministeri a metà ottobre, con l’impegno a valutarle ed eventualmente integrarle nel documento. Non solo, nei suoi interventi in Aula e a margine nelle interviste con la stampa ha rivendicato: l’unico atto formale che porta all’attenzione del governo Meloni il dossier Molise e l’esigenza di cambiare le norme – finanziarie e di programmazione – per la regione è la sua nota che chiede alla premier e ai ministri interessati un tavolo politico di discussione.
Prima del dibattito serale, era esplosa la spaccatura all’interno del Pd (vedi articolo in pagina) fra la capogruppo e il segretario regionale sulla proposta di Fanelli che punta a fermare Toma approvando l’incompatibilità fra la carica di presidente e l’incarico di commissario. Ed era emerso anche il riavvicinamento fra Greco e il segretario dem Facciolla.
Le carte si sono scompaginate in tutti gli schieramenti. Al termine del dibattito, un pezzo di centrodestra – Iorio, Micone, Cefaratti e Romagnuolo – ha mantenuto il proprio documento (che punta alla sospensione della valutazione del piano e al suo ritiro). Il resto della maggioranza ha trovato una quadra coi 5s. «Oggi – ha concluso Angelo Primiani prima del voto – mettiamo un punto fermo». A cosa si riferiva? Al tetto di spesa invalicabile per le cliniche private. Poi le cose hanno preso un’altra piega. Per votare, una parte della maggioranza ha chiesto di cambiare ancora la mozione. Che senza il blocco dell’extrabudget sarebbe del tutto depotenziata. Il sipario è calato su un minuto di sospensione che si è protratto a lungo.

r.i.

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