In calce a una mozione – qualunque sia il contenuto – le firme dei consiglieri 5s e quelle degli esponenti di Forza Italia, a cominciare dal governatore Donato Toma. Aggiungiamo che il tema del documento è quello dei rapporti con la sanità privata convenzionata. «Se fosse passata in quel modo saremmo stati crocifissi dal nostro elettorato», si lascia sfuggire un dirigente degli azzurri molisani. Mano sugli occhi e testa che scuote.
Il rischio è stato evitato perché i vertici del partito sono intervenuti. Mentre i grillini, lunedì sera, assaporavano il traguardo – con lo scalpo dell’avversario più osteggiato in questi anni a cui sarebbe stato rifilato lo smacco dei voti forzisti sul blocco dell’extrabudget per i pazienti non molisani – i cellulari di assessore e consiglieri non smettevano di squillare. Della moral suasion si è fatta carico la coordinatrice Annaelsa Tartaglione. Nella concitazione del momento, a più di qualcuno è parso di riconoscere anche la voce del senatore Claudio Lotito che, al telefono da Roma, è intervenuto per spiegare agli ‘amici’ di partito che una cosa del genere, no, Forza Italia non può approvarla coi grillini.
Il governatore, preso atto che il quadro era cambiato rispetto a un’ora prima quando con l’assessore di FdI Quintino Pallante si era costruita la mozione con l’intento dichiarato di arrivare a una posizione condivisa da tutti, ha chiesto una sospensione. Un primo tassello era già saltato. Perché in quattro quella posizione (accordi di confine per regolare la mobilità attiva dei privati e blocco dell’extrabudget per le prestazioni ai non molisani) non la condividevano e cioè Iorio, Micone, Cefaratti e Romagnuolo che hanno mantenuto la loro mozione (sospensione della valutazione del piano operativo e suo ritiro). Mano mano che passavano i minuti il clima si arroventava. Molto forte lo scontro fra il governatore e il presidente della IV commissione ad esempio. Quando Toma ha risposto sbrigativamente a una chiamata sul cellulare e dopo aver chiuso la comunicazione ha reagito stizzito, Cefaratti ha sentito un commento poco gradevole e pensava fosse rivolto a lui. Non era così. Ma gli animi si sono surriscaldati ancora di più. Quando è stato chiaro che i numeri non c’erano più, perché da Forza Italia si chiedeva una modifica, il blitz è andato in soffitta.
Dopo la sospensione, infatti, Iorio è tornato al suo scranno con un sub emendamento che ha di fatto riscritto la mozione. Via il blocco dell’extrabudget, gli accordi di confine, via ogni riferimento alla sanità privata. D’altro canto poi la seduta era sul piano operativo. Su cui, questo l’impegno votato a maggioranza (11 sì e 7 astenuti e cioè Toma e i sei grillini), il Consiglio chiede al presidente di ottenere la sospensione della valutazione da parte dei ministeri dell’Economia e della Salute. Inoltre, sempre ai Ministeri va comunicata l’apertura di un confronto istituzionale e politico con il governo e con il Consiglio regionale sulla bozza già inviata e trasmesso poi l’esito di questo confronto. In pratica la mozione di Iorio & Co senza però il ritiro del documento e il riconoscimento dell’azione politica portata avanti da Toma che, appena si è insediato il governo Meloni, ha chiesto alla premier e ai dicasteri interessati l’apertura di un tavolo politico sulla sanità del Molise.

r.i.

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