Senatore Lotito: vicepresidente della commissione Bilancio e capogruppo di Forza Italia in commissione Finanze e tesoro. Una bella soddisfazione, ma anche un’opportunità per fare bene.
«Assolutamente sì. Ringrazio il partito, il presidente Berlusconi e la capogruppo, la senatrice Ronzulli, per avermi indicato e i colleghi per avermi votato per questi incarichi, di grande responsabilità, al fine di poter dare un supporto attivo nei provvedimenti che arriveranno in Senato. La commissione Bilancio, oggi più che mai, ricopre un ruolo strategico e di primaria importanza per il futuro dell’Italia e del Molise.
È necessario lavorare con impegno per apportare un tangibile miglioramento a tutte le norme finanziarie dello Stato, e mi auguro – grazie alla mia lunga esperienza nel settore imprenditoriale e gestionale – di poter essere un supporto concreto a questo organismo. Ho ricevuto un sincero apprezzamento e l’augurio di buon lavoro dal presidente della commissione Calandrini con il quale abbiamo stabilito da subito grande spirito di collaborazione. In commissione Finanze e Tesoro invece sarò il capogruppo di Forza Italia ed il mio lavoro sarà da collante per tutti i colleghi del gruppo».
Il programma del centrodestra è ampio, i problemi del Paese sono tanti e vanno risolti con urgenza. È trascorso un mese dall’insediamento: 30 giorni sono pochi, ma ad un imprenditore talentuoso bastano per avere un’idea. Governo e Parlamento riusciranno a portare l’Italia fuori dalle sacche della crisi?
«In questo mese si è formata la cornice di governo, ma da subito il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha iniziato ad incardinare i provvedimenti del centrodestra, ponendo un freno agli sbarchi incontrollati, stanziando 9,1 miliardi di euro di per aiutare famiglie e imprese contro il caro energia. In questi giorni abbiamo avuto la discussione sul Nadef che sarà importante per poi impostare la legge di bilancio su cui stiamo lavorando senza sosta. C’è la necessità, anzi l’obbligo, di mettersi subito a lavoro. Dobbiamo arrivare a una legge di stabilità che ponga le basi per uscire da questa crisi emergenziale, causata prima dal Covid e poi dalla guerra tra Ucraina e Russia».
Il Molise ha bisogno di aiuto, senatore. La sanità è disastrata: quanto può incidere il suo ruolo in commissione Bilancio almeno per superare la gestione commissariale (che non è poco)?
«Il giorno dopo la mia elezione ho iniziato da subito ad affrontare il tema che interessa tutti i cittadini molisani: la sanità. Ho incontrato l’ex viceministro alla Sanità dal quale ho ricevuto un corposo dossier esaustivo di tutte le problematiche sanitarie del Molise. Gran parte della documentazione sfugge ai più che non ne conoscono a fondo le tematiche che non sono solo di ordine sanitario, ma anche economico e normativo. Ho incontrato successivamente il direttore della programmazione economica e sanitaria con il quale ho avuto un lungo scambio di idee utile per individuare le soluzioni tecniche; è innanzitutto fondamentale uscire dal commissariamento per consentire una programmazione più alta e qualificata possibile, riaprire poli sanitari di prossimità efficienti ed assumere dunque anche il personale medico necessario. L’ospedale di Campobasso non può essere l’unica soluzione in situazioni di emergenza per i cittadini molisani.
Ho inoltre incontrato i ministri Giorgetti per l’aspetto finanziario e Schillaci per l’aspetto sanitario, con i quali mi sono confrontato con una documentazione frutto di un’analisi approfondita al fine di ridurre al massimo eventuali ritardi. Ho fatto tutto questo prima della mia nomina a vicepresidente della commissione Bilancio, ed ora il ruolo che ricopro sicuramente mi metterà nelle condizioni di sostenere queste istanze con maggiore forza».
Evoluzioni rispetto alla possibilità di un “Decreto Molise”? Un decreto che senza risorse adeguate non sarebbe molto efficace.
«Ho già pronta una bozza del Decreto Molise, che tratterà anche altri temi come infrastrutture, nuovi poli universitari con altrettanti corsi di studio che ora mancano, accordi tra Università e aziende per formare e creare nuovi posti di lavoro. A breve voglio incontrare la mia collega di partito e ministro dell’Università e della ricerca Anna Maria Bernini per preparare un piano di riqualificazione dei poli universitari molisani. Ho trovato assurdo, ad esempio, quanto accaduto con il corso di Infermieristica ad Isernia. Se chiudono le università è normale che i giovani poi vadano altrove. Dobbiamo iniziare a ridare la speranza che in Molise si può restare, che qui si può studiare con corsi e professori di livello. E il passaggio successivo sarà quello di creare il “collante” tra università e lavoro. In campagna elettorale ho visitato tantissime aziende: sono rimasto colpito dalla qualità, dalle eccellenze che questa regione possiede e che nessuno forse al di fuori dei confini regionali conosce. I giovani molisani devono avere la possibilità di formarsi sui luoghi di lavoro qui, con stage retribuiti e la possibilità poi, di contratti sicuri».
Tra qualche mese qui in Molise si voterà per il rinnovo del Consiglio regionale e il centrodestra non gode di ottima salute. Secondo quanto trapelato, qualche sera fa, nel corso della seduta monotematica dell’Assise sul Programma operativo sanitario, è stato necessario un suo intervento da Roma per serrare le file della coalizione.
«Non è il momento delle polemiche, né delle dietrologie, ma dell’assunzione collettiva di responsabilità. La sfida che ci aspetta per le elezioni regionali è importante affinché le promesse fatte in campagna elettorale vengano concretamente mantenute, motivo per il quale è interesse di tutti intervenire per mantenere unita una coalizione che ha già dimostrato di essere vincente, sia nelle elezioni 2018, che in queste ultime politiche».
I molisani, che le hanno dimostrato affetto, stima e fiducia, contano molto sul suo operato. Ma certamente lei ne è consapevole. A distanza di qualche giorno e a bocce ferme, cosa le resta dell’esperienza molisana?
«Non mi sono risparmiato durante la campagna elettorale in Molise: ho cercato di raggiungere quante più persone, città, borghi e paesi possibile. Il mio non era un solo fine elettorale. Da subito ho pensato: “Se sarò eletto in questa regione devo conoscerne ogni angolo, ogni sfaccettatura, che caratterizzano questo territorio”. Infatti ho scoperto una regione piccola, ma abitata da gente vera, di cuore, che però soffre a causa delle gravi mancanze che conosciamo. Ecco, questo mi ha lasciato un’amarezza profonda e che tutt’ora provo. Non esistono italiani di Serie “A” o di Serie “B” (se mi consente di utilizzare termini calcistici), le istituzioni devono garantire a tutti gli stessi servizi e opportunità. L’ho ribadito più volte in campagna elettorale, sono pronto non a bussare, ma a sfondare le porte delle stanze più importanti se necessario, i molisani meritano questo e molto altro!».
lu.co.

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