Michele Marone, coordinatore della Lega in Molise, è stato scelto da Matteo Salvini come suo consigliere giuridico. L’annuncio dopo un incontro che si è svolto al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e ha riguardato lo sblocco di interventi come la messa in sicurezza delle due strade statali fondamentali per la mobilità della regione, vale a dire la Trignina (SS 650 “Fondo Valle Trigno”) e la Bifernina (SS 647 “Fondo Valle del Biferno”).
Un focus sulle opere strategiche come quelli che il ministro ha già tenuto anche con altre Regioni – Sicilia e Calabria per esempio con cui ha affrontato anche il tema “Ponte sullo stretto” – e anche un rafforzamento del rapporto con i vertici locali della Lega e dell’attenzione che il leader nazionale intende dedicare al territorio anche in vista delle regionali di primavera.
Il nome di Marone era nella lista dei sottosegretari che Salvini ha preparato per la premier Meloni insieme a quelli di altri coordinatori. Nella trattativa di coalizione, però, le richieste – i numeri complessivi dei posti di governo a cui la Lega ambiva – hanno subito un ridimensionamento. Ma Marone non è stato ‘accantonato e dimenticato’ da Salvini. Consigliere giuridico per quel che riguarda le infrastrutture e i rapporti istituzionali con una facilità di rapporti e interlocuzioni, quindi, che avrà il suo peso nella gestione degli accordi per le elezioni che porteranno al rinnovo dell’Assemblea legislativa e alla scelta del futuro governatore del Molise.
Assessore regionale esterno della giunta Toma, Marone ha accettato senza battere ciglio l’estromissione, che – come anche di recente raccontato dal governatore – fu successiva a una precisa richiesta del resto della maggioranza, quando nell’esecutivo entrò al suo posto Filomena Calenda (che ritirò così la sua firma su una mozione di sfiducia al presidente). Da coordinatore, in linea con il nazionale, ha però poi sempre marcato la distanza da Palazzo Vitale. Alle politiche, lui è stato capolista alla Camera, in Molise la Lega ha raggiunto la stessa percentuale della media nazionale, nonostante le vicissitudini degli ultimi anni (a partire dall’espulsione delle due elette Calenda e Aida Romagnuolo). Risultati che Salvini ha dimostrato di apprezzare, anche con la nomina ufficializzata ieri.

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