È stata ricostituita la commissione del bando Borghi che, dopo la sentenza del Consiglio di Stato che ha annullato l’assegnazione di 20 milioni a Pietrabbondante, è chiamata a riesaminare la candidatura di Castel del Giudice. È il primo passo per non perdere il cospicuo finanziamento del Pnrr.
Riformando la sentenza di primo grado del Tar Molise, Palazzo Spada ha accolto il ricorso di Castel del Giudice (curato dall’avvocato Giuliano Di Pardo) ritenendo che il Comune di Pietrabbondante (vincitore della selezione) non ha i requisiti richiesti e riferiti alle dimensioni del patrimonio immobiliare residenziale, oltre al fatto che – ripercorre la direttrice del Primo dipartimento della Regione Mariolga Mogavero nell’atto che riapre la partita – si è reso «autore di una dichiarazione non veritiera su un requisito rilevante a fini selettivi e pertanto, la sua candidatura è stata ritenuta inammissibile».
Allo stesso tempo, però, l’assegnazione delle risorse non può andare automaticamente al secondo progetto in graduatoria, di Castel del Giudice appunto, perché i giudici amministrativi hanno accolto in parte anche l’appello incidentale di Pietrabbondante rilevando una «lacuna motivazionale».
In particolare, quindi, la commissione adesso dovrà verificare «la correttezza della perimetrazione del borgo storico operata dal Comune di Castel del Giudice, con adeguata attività istruttoria e relativa finale decisione motivata, indicando espressamente gli accertamenti fattuali svolti tesi a giustificare la configurazione di un borgo autonomo all’interno del centro urbano» e, all’esito di questo accertamento, «la sussistenza dei requisiti di ammissibilità della candidatura del Comune di Castel del Giudice».
L’amministrazione guidata dal sindaco Lino Gentile, dopo il verdetto del Consiglio di Stato, si è fatta – come si dice in gergo giuridico – parte diligente e ha chiesto alla Regione l’avvio del procedimento di riesame del suo progetto e la riconvocazione della commissione dando la disponibilità a fornire ulteriori elementi per la rivalutazione da effettuare.
Alla commissione (di cui fanno parte l’architetto Mauro Ciampa, la prof Ilaria Zilli, il prof Nicola Bellini e la dottoressa Flavia Barca), precisa la determina direttoriale del 27 dicembre scorso, per questa attività aggiuntiva non è dovuto altro compenso rispetto a quello già fissato dal provvedimento di costituzione dell’organismo (risalente alla scorsa primavera) e cioè 10mila euro per ogni componente.
r.i.

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