Primo tavolo di centrosinistra del 2023 martedì scorso: fra le altre cose il Pd ha ribadito che proverà a tenere dentro anche il Terzo polo. Con Italia Viva noi dobbiamo parlare, sarebbe stata questa la sintesi degli esponenti dem. Non è una novità, smorza le polemiche che già “si odono all’orizzonte” il coordinatore dei 5 Stelle Antonio Federico. Già, non lo è. La sera prima a Fuoco incrociato su Teleregione il segretario regionale del Pd Facciolla aveva espresso lo stesso concetto. In Lombardia alle regionali corrono insieme Pd e 5s, nel Lazio i dem stanno con Renzi e Calenda e i pentastellati vanno da soli. Facciolla non dispera di compiere il miracolo in Molise per le elezioni di fine maggio.
Argomentata però in una riunione della nascente coalizione questa buona intenzione diventa qualche frizione l’ha provocata. Qualche irrigidimento tra i pentastellati più ortodossi. Per dirla semplice: il capogruppo Greco in quel caso sarebbe furioso. E l’alleanza morirebbe prima di nascere.
«Da Azione e Italia Viva ci separa la visione del mondo», mette i puntini sulle “i” pure Federico. «Non è possibile sederci al tavolo del centrosinistra se è con loro. Ma intanto – precisa – noi continuiamo a lavorare sui temi. Con Pd, sinistra e movimenti civici stiamo dialogando da mesi e resto convinto che è l’unica possibilità concreta di rappresentare l’alternativa al centrodestra per il governo della Regione. Come ho già detto, ho la responsabilità della prima forza politica e non posso che provarci fino all’ultimo».
Domani a Campobasso ci sarà un’assemblea degli iscritti. «All’ordine del giorno c’è l’organizzazione sul territorio. Poi, certo, si parlerà anche di regionali e alleanze. Questo me lo aspetto. Io ascolterò tutti». È chiaro però anche chi deciderà. «La linea politica si definisce con Conte e poi, se necessario, ci sarà un passaggio con gli iscritti come avvenuto in Lombardia».

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