Stamattina la vertenza Gemelli approda al Palazzo del Governo di Campobasso. Il prefetto Lattarulo ha risposto immediatamente alla richiesta dei sindacati che hanno proclamato lo stato di agitazione. Il rischio, avverte l’ex governatore Iorio, è molto più grande di uno o due stipendi non pagati. «Farò di tutto per scongiurare la chiusura di quella che, nonostante tutto, resta un’eccellenza soprattutto nel campo della cardiochirurgia e della radioterapia», dice Iorio dopo aver incontrato il presidente Petracca, il management e i medici del centro.
Non solo il provvedimento che affida la prescrizione della radioterapia al Cardarelli, un «atto insultivo» lo definisce Iorio, anche il budget fissato dal commissario Donato Toma con il decreto 2 del 2023 crea problemi alla struttura (il tetto di spesa per la radioterapia è dimezzato). «Il proprietario ci ha spiegato che con queste condizioni non è sicuro che l’attività potrà continuare come adesso e che rischia di dover licenziare 190 persone», rivela l’ex governatore oggi esponente di Fratelli d’Italia.
Insieme ad altri consiglieri, in maniera anche trasversale, perciò lui si è mosso su un doppio binario. «Stiamo valutando la presentazione di una proposta di legge che, al di là della competenza o meno dell’Assise, costituisca almeno una presa di posizione forte del Consiglio», spiega. In sintesi, si punta a introdurre in Molise quanto deciso in Veneto: quello che i privati convenzionati fatturano per le prestazioni a pazienti extraregionali viene pagato solo quando le Regioni di provenienza saldano il “debito”. Un meccanismo che consentirebbe una maggiore agibilità alle cliniche, non solo al Gemelli, in termini di mobilità attiva senza però generare ulteriore disavanzo.
Il capo di Palazzo D’Aimmo Micone, inoltre, ha formalizzato una richiesta di incontro al ministro Schillaci per affrontare e tentare di risolvere il caso Molise.
«Sono stato a colloquio con il presidente del Gemelli e con i medici. Mi hanno illustrato come erogano la radioterapia. Mancavo da tempo e ho trovato molta innovazione tecnologica, ho trovato un centro che rimane l’eccellenza che all’epoca volemmo portare a tutti i costi in Molise, anche lottando con l’Abruzzo ricordo. Non capisco davvero, in base alle norme in vigore e allo stesso parere del Ministero sbandierato da Toma, perché non possano più prescrivere i trattamenti. Per questo lo definisco un provvedimento insultivo. Mi sono scusato con i manager e con i sanitari quel giorno e vorrei farlo anche attraverso il vostro giornale – conclude Iorio – con chi lavora al Gemelli e con i pazienti oncologici che subiscono i disagi di questi giorni. Di fatto, non mi risulta che ci siano indicazioni dell’azienda sanitaria ancora. Lo ripeto: io farò di tutto per scongiurare la chiusura del Gemelli. Spero che alla fine tutto questo si riveli solo un brutto sogno».
r.i.

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