Quando guardano a quel che è diventato il Molise che anni fa hanno consegnato a una nuova classe dirigente non possono fare a meno di provare a fare qualcosa per cambiare il corso delle cose. Gli ex consiglieri hanno il fondato timore che la prossima legislatura possa essere l’ultima della XX Regione.
Per evitare la deriva, ma la loro è l’ultima chiamata, c’è bisogno di avere una visione globale per questa terra e condividerla. «Noi proponiamo una cosa molto semplice, un piano di sviluppo regionale, dove si concordano le cose da fare e quindi si possono realizzare insieme le cose progettate», ha detto il presidente dell’associazione degli ex consiglieri Gaspero Di Lisa.
L’ultimo piano di sviluppo risale al 1980, ha prodotto effetti per oltre un decennio ma poi non è stato aggiornato, rivisto. Da qui nasce l’esigenza di pensare a un Molise diverso, efficace, che abbia – appunto – una visione globale.
Un Molise che riesca, facendo leva sulla sua autonomia legislativa e amministrativa, anche a limitare – ha aggiunto Italo Di Sabato, gli effetti di normative nazionali ed europee che a suo parere hanno impoverito il territorio. «Leggi e riforme che hanno privatizzato i servizi essenziali, sanità e istruzione, e hanno precarizzato il lavoro, hanno impoverito i territori», ha elencato.
Nella sala parlamentino del Consiglio in via XXIV Maggio anche Mario Verrecchia ed Enrico Santoro (oltre all’attuale vicepresidente di Palazzo D’Aimmo Gianluca Cefaratti per fare gli onori di casa e ascoltare l’appello degli ex).
«Se dovessimo considerare le condizioni attuali credo che il futuro sia non di grandi prospettive», ha commentato l’ex presidente della giunta. L’auspicio di Santoro è che per la tornata del 25 e 26 giugno si candidino «giovani che hanno fatto un po’ di esperienza a livello comunale e la mettano al servizio della regione. E mi auguro siano persone appassionate, la politica è servizio, dedicarsi alle esigenze della collettività. È questo che manca».

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