Mentre lavora alla lista che porta il suo nome, l’ex presidente Michele Iorio illustra il suo “manifesto programmatico”, resta convinto di essere la persona giusta per guidare il centrodestra e ribadisce quindi la richiesta di discontinuità.
Ultima novità, Lotito coordinatore di Forza Italia. Lei come lo vede?
«La decisione fa parte di una riorganizzazione nazionale, credo sia stata una scelta meditata, d’altronde è senatore e può rappresentare il Molise pure a livello di partito. Mi dispiace per Annaelsa (Tartaglione, ndr), che mi pare non abbia preso bene la notizia, ma evidentemente per lei ci sono altre prospettive».
Per il resto come giudica il dibattito in vista delle regionali?
«Un toto presidente che dura tre mesi – è ciò che sta accadendo sia a destra sia a sinistra – lo trovo insulso. Tutto si fa tranne l’analisi della situazione disastrosa in cui si trova la nostra regione e delle responsabilità di chi l’ha portata a questo livello. E, quel che è più grave, non c’è progettualità per il futuro. Dalla zona “competitività” a livello europeo, il Molise è ripiombato in Obiettivo 1. Ci si vanta perché ci sono più soldi a disposizione, ma l’obiettivo della politica può mai essere quello di tornare fra le aree depresse?».
Lei cosa propone?
«Intanto io non mi ritengo “alternativo” a nessun pretendente. Non ho niente da dire su chi avanza la richiesta di essere candidato alla presidenza perché la mia disponibilità fa parte di un ragionamento diverso, il ragionamento di chi si ritiene capace di riportare il Molise a una condizione di sviluppo compatibile con le nostre attese e in grado di dare opportunità di futuro. E baso questa convinzione sull’esperienza vissuta. Sono stato estromesso con procedimenti pseudo giudiziari misti a politica di ogni genere da un’elezione già conquistata, mi riferisco alle elezioni annullate nel 2012. Poi ho dovuto passare molto tempo nelle aule di Tribunale per una maxi inchiesta, sono stato quindi ai margini. Ma rivendico a me tutte le opportunità che la regione poteva avere e non ha avuto in questi dieci anni. Se chiedo di essere candidato presidente è perché vedo la regione in pericolo, dal punto di vista dell’autonomia, delle finanze, dei servizi pubblici e credo di avere le ricette per poter risolvere i problemi».
Per esempio come?
«L’autostrada del Molise. Se dovessi essere nominato e eletto presidente, sarà il primo argomento che porrò al governo nazionale: un decreto per la Termoli-San Vittore, obiettivo che purtroppo non è stato realizzato né dal centrosinistra né dal centrodestra di Toma. Da rivalutare, poi, le filiere produttive a partire dall’avicolo e dalla moda. Ritengo inoltre che il Molise può sopravvivere, date le sue dimensioni e non avendo uno statuto speciale, solo se diventa una regione di servizi di cui fruiscano anche i territori limitrofi. Pensiamo alla sanità. Se facciamo la lotta all’attività extraregionale, cosa che sta facendo l’attuale commissario, e riteniamo che Neuromed o Gemelli possano andare avanti solo con il bacino regionale o riduciamo la loro capacità attrattiva, un giorno queste strutture chiuderanno. In passato i miei predecessori – presidenti e parlamentari – e io facemmo scelte che ci consentono di avere la radioterapia e la cardiochirurgia. Quello che è accaduto negli ultimi dieci anni è l’opposto di ciò che immagino per la sanità. Cioè potenziare molto il pubblico, far valere la presenza della facoltà di Medicina creando un vero policlinico universitario al Cardarelli, rivalutare gli ospedali di Isernia e Termoli oltre che di Agnone, riutilizzare Venafro e Larino per alcune specifiche attività. Il tutto sostenuto dall’attività di Neuromed e Gemelli per discipline che altrimenti non potremmo avere».
Il suo è un manifesto programmatico. E vuol sapere cosa ne pensa il centrodestra.
«Io offro questa possibilità. Se la disponibilità non sarà accettata, ringrazierò dell’attenzione e… facciano loro».
Facciano loro che significa? Se non sarà lei il candidato presidente cosa farà?
«Non smetterò di fare politica. Sto portando avanti un’attività di stimolo per la costruzione di una lista, “Iorio per il Molise”, che all’interno del centrodestra darà il supporto necessario e probabilmente indispensabile in questa fase politica. Per quanto riguarda la candidatura, in base alle adesioni e alle risposte che raccoglieremo, con attenzione anche ai civici e all’area di centro, decideremo cosa fare per il futuro. Cioè se mi devo ancora candidare o no. Ma le scelte che ho enunciato sono precise e discriminanti per alcuni politici, per quelli che si sono impegnati a distruggere l’autostrada e per quelli che, come ha fatto il presidente Toma, non si sono impegnati a recuperarla, utilizzando lo stesso linguaggio di Frattura, la quattro corsie… Non saranno sicuramente graditi come compagni di viaggio».
Ma se il centrodestra lascia la casella a Forza Italia…
«Decidere in questo modo, a prescindere da chi interpreta i programmi, mi pare un metodo barbaro. Che ci debba essere equilibrio fra le forze politiche è una cosa, ma assegnare il Molise in base alla partita di Lazio, Lombardia, Basilicata è un dibattito molto avvilente».
Eppure gira voce che Giorgia Meloni voglia la Basilicata e perciò lasci a Berlusconi il Molise.
«Non credo che Meloni abbia mai detto una cosa del genere come non credo che Berlusconi abbia detto che ricandida Toma».
Ma mettiamo il caso che il candidato sia Toma. Iorio sarebbe candidato con la lista “Iorio per il Molise”?
«Lo vedremo».
E starebbe nel centrodestra?
«La lista è nel centrodestra, a meno che il centrodestra non ci voglia…. La coalizione deve fare chiarezza su una cosa fondamentale. Siamo prossimi ormai alle elezioni e ancora non c’è la presa d’atto del fallimento che c’è stato in questi cinque anni per responsabilità di Toma. Se non c’è questo, che centrodestra si costruisce? La continuità con quel che è stato? Per quanto mi riguarda, io non ci sto con quello che per me non è il centrodestra. I partiti dello schieramento poi cosa pensano della scelta di votare a giugno, in corrispondenza degli esami di maturità e in prossimità delle vacanze, mentre il Friuli che aveva votato con noi tornerà alle urne nei prossimi giorni? Il presidente del Friuli ha anticipato di qualche settimana il voto per avere subito un governo a pieni poteri nella difficile fase che stiamo affrontando. Toma invece ha deciso di tenere il governo in ordinaria amministrazione per almeno due mesi, in una condizione quindi di paralisi e ritardando ogni possibilità per questa regione. I partiti di centrodestra rispetto a questa scelta capotica hanno qualcosa da dire o no?».
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