Il Tribunale di Campobasso, in composizione monocratica, ha revocato un decreto ingiuntivo emesso dallo stesso organo giudiziario nel 2017 e che obbligava la Regione a pagare ad Atm 508mila euro a titolo di contributo per il rinnovo del contratto collettivo nazionale relativo al periodo settembre-dicembre 2014 (soldi già anticipati ai dipendenti).
La sentenza del giudice Rossella Casillo (emessa il 9 maggio) si discosta, motivandolo, dall’orientamento fin qui prevalente e che da ultimo è stato seguito dalla collega Previati che su una vicenda analoga e con gli stessi protagonisti ha invece dato ragione all’azienda di trasporti (per un importo pari a 825mila euro) con il pronunciamento datato 2 maggio.
Il nuovo verdetto evidenzia che né in base al quadro normativo, anche in relazione alle modifiche intervenute, né «dalla lettura del testo del contratto», emerge l’obbligazione «di pagamento, da parte della Regione Molise, dei maggiori oneri derivanti dagli adeguamenti del Ccnl». Ma che, al contrario, «dalla documentazione richiamata (gli atti prodotti nella causa, ndr)», si evince che «l’equo compenso o compensazione cd. chilometrica, mensilmente e regolarmente corrisposto dalla Regione ad Atm era stato calcolato già ricomprendendo non solo, in generale, i costi del personale, ma anche, nello specifico, i maggiori oneri derivanti dalla contrattazione collettiva con riferimento al Ccnl 2009».
Il Tribunale ha quindi accolto stavolta la tesi della Regione, difesa dall’Avvocatura distrettuale dello Stato, e dell’assessore ai Trasporti Quintino Pallante, secondo cui l’ente di via Genova null’altro deve alla società di trasporti. Prosegue intanto l’intervento sostitutivo per il pagamento degli stipendi agli autisti.

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