Innegabile che si senta «più a casa» nella conferenza stampa col suo Movimento. Roberto Gravina è il primo pentastellato in Italia “investito” della leadership di un’alleanza progressista ampia che fa base su 5s e Pd. «Una scelta importante anche in chiave nazionale – sottolinea –. Abbiamo le idee chiare, esperienza e competenze per governare la Regione».
Al fianco del candidato presidente, i consiglieri regionali uscenti guidati dal capogruppo Andrea Greco. È lui a suonare la carica: «Chi ha distrutto il futuro di intere generazioni potrà mai risollevare le sorti del Molise? Io dico di no». Il centrodestra, sintetizza a margine della conferenza, «come Schettino ha lasciato la nave mentre sta affondando».
Lo schieramento che si proporrà agli elettori a fine giugno, apre il giro di tavolo Patrizia Manzo (che è al secondo mandato e cede il testimone per Palazzo D’Aimmo), è l’esito naturale del lavoro cominciato cinque anni fa con i partiti e i movimenti civici del fronte progressista. A un Molise lasciato a se stesso dall’immobilismo e dalla superficialità dal centrodestra, aggiunge, «il nostro candidato presidente sarà in grado di dare la scossa necessaria» con una squadra «competente, coraggiosa, orientata all’innovazione senza dimenticare le radici di questa terra».
Greco prende la parola subito dopo di lei. In corsa per settimane come papabile leader, ha fatto realmente un passo indietro quando la scelta stava ricadendo su Gravina, «la migliore figura di sintesi della coalizione» e «garanzia» insieme ai portavoce che saranno rieletti «che i temi portati avanti in questi anni non devono essere messi da parte».
Dare una speranza al Molise è l’obiettivo dei 5s. E per farlo va bene allearsi anche con il Pd. Anzi, raffina il concetto Greco, «aver portato i dem a chiedere priorità per la sanità pubblica, dopo stagioni che hanno avuto un segno diverso, è già un risultato». Dare speranza, mette in chiaro Angelo Primiani, a una regione che ha di fronte davvero la sua ultima spiaggia. È l’unica Regione in Italia a non aver approvato il bilancio di previsione, «quindi tutti i pagamenti sono bloccati», manca il personale – non solo in sanità ma anche nell’ente di via Genova –, mancano una visione e una prospettiva di sviluppo. «Noi vogliamo ripartire dalla programmazione, dal rispetto dei tempi e da un metodo nuovo che è quello dell’ascolto: del territorio, dei sindaci e delle associazioni».
«Siamo nel baratro», mette il carico Vittorio Nola. «Il centrodestra ha abbandonato la regione ormai da mesi. Non c’è il bilancio, tre assessori si sono dimessi», ricorda riservando l’ennesima stoccata a Nicola Cavaliere: «Ah sì, si è dimesso anche quello che si occupava dei cinghiali…».
C’è quindi consapevolezza della grande responsabilità connaturata alla decisione di candidarsi a mettere mano a un groviglio così complicato. E c’è pure tutta l’intenzione di farlo con passione. «Ora vogliamo mettere mano ai problemi di questa regione», così Fabio De Chirico. «L’obiettivo non è vincere le elezioni, quello è un passaggio per il risultato vero che vogliamo raggiungere. E cioè – chiosa Valerio Fontana – cambiare le sorti del Molise».
Riqualificazione dei servizi essenziali, a partire dalla sanità, transizione ecologica, giustizia sociale. Sono alcuni dei temi messi sul tavolo della coalizione dai 5 stelle. E parte del programma su cui Roberto Gravina conta di potersi confrontare presto con l’avversario del centrodestra Francesco Roberti, ancora ricoverato dopo il malore che lo ha colpito lunedì e a cui il sindaco di Campobasso rinnova «auguri sinceri». La scelta è ricaduta su chi conosce e amministra già il territorio, come avvenuto quasi sempre per la Regione. Frattura e Toma sono state eccezioni, fa notare Gravina. Due governatori che non sono stati, prima, sindaci. «E per due volte il presidente uscente non è stato ricandidato, questo la dice lunga su come si arriva a questo percorso». E lo stile Gravina, felpatissimo, attutisce appena la stoccata.

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