Dovranno comparire davanti al gup del tribunale di Campobasso il 6 settembre il presidente della Regione Donato Toma e altri sei esponenti del centrodestra molisano che sono stati o sono ancora componenti della sua giunta: Vincenzo Cotugno, Nicola Cavaliere, Quintino Pallante, Michele Marone, Vincenzo Niro e Filomena Calenda. Insieme a loro, rischia il processo per abuso d’ufficio anche l’ex consigliere regionale Nicola Romagnuolo.
È proprio la nomina di quest’ultimo a commissario del nucleo industriale di Campobasso – Bojano a concretizzare l’ipotesi di reato formulata dal pm Viviana Di Palma che, all’esito delle indagini preliminari, ha chiesto il rinvio a giudizio.
Romagnuolo fu estromesso da Palazzo D’Aimmo dopo l’abrogazione della surroga a maggio del 2020. Era entrato in Assise per sostituire Di Baggio, che all’inizio della legislatura era assessore di Forza Italia (dopo la modifica normativa, dichiarata illegittima qualche mese fa, e la successiva ricomposizione dell’esecutivo da parte di Toma invece assunse il ruolo di sottosegretario). Dei quattro surrogati silurati con quella operazione, Romagnuolo fu l’unico a non proporre ricorso. Il 18 settembre 2020, meno di sei mesi dopo la cessazione della carica di consigliere, fu nominato dalla giunta alla guida del Consorzio per il nucleo industriale di Bojano, ente pubblico di livello regionale. Il 31 marzo 2021, quando nel frattempo alcuni assessori erano cambiati, la designazione venne prorogata. In entrambi i casi la decisione, secondo la Procura di Campobasso, viola il decreto del governo Monti del 2011 sulla cosiddetta inconferibilità: chi è stato componente di giunta o Consiglio non può assumere ruoli in enti che dipendono dalla Regione per due anni.
Il caso fu portato dai 5 stelle all’attenzione dell’Anac che dichiarò l’inconferibilità di Romagnuolo e sanzionò l’ente di via Genova. A febbraio scorso trapelò la notizia dell’inchiesta penale.
Il governatore Toma, interpellato da Primo Piano, si dice tranquillo e convinto che all’udienza preliminare si chiarirà la correttezza dell’operato suo e dell’esecutivo.

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