Alessandro Pascale è fuori dalla Lega. La sua nomina a vice di Pino Puchetti alla presidenza della Provincia di Campobasso, non è stata «mai condivisa con il partito» ed è «contraria alla linea politica di coalizione del partito stesso». Quindi, dopo averla appresa dalla stampa, il commissario del Carroccio Michele Marone ha sentito la segreteria nazionale e, «rilevata la violazione di regole ben precise dello Statuto, Pascale è stato oggetto di provvedimento di espulsione dal partito».
Nuovo responsabile provinciale (ruolo che era ricoperto da Pascale) è il capogruppo della Lega al Comune di Campobasso Alberto Tramontano.
Alle urne per il vertice di Palazzo Magno, ha proseguito Marone, «la Lega in maniera compatta ha votato e fatto votare Orazio Civetta, ovvero il candidato di centrodestra, e ciò coerentemente sia alle decisioni della coalizione e sia alla conseguente linea politica dettata dal partito. La vicepresidenza, quindi, non è della Lega, bensì si tratta di una nomina ricevuta da Pascale a titolo prettamente ed evidentemente personale».
Contattato al telefono, il commissario regionale ha ribadito a Primo Piano che l’indicazione di Civetta è stata una decisione presa dalle segreterie regionali dei partiti che compongono il centrodestra condivisa con quelle nazionali. «Io guido una forza politica nazionale – ha sottolineato Marone – che fa parte di una coalizione ed è mio dovere far rispettare sul territorio le regole e la linea decisa dalla coalizione». Per quanto il metodo ponderato abbia determinato l’affermazione di una proposta trasversale e territoriale, Marone non dimentica che Puchetti è stato sostenuto ufficialmente da Pd e 5s, «una coalizione antagonista a quella di cui fa parte la Lega». Caso chiuso per l’avvocato termolese.
Non così per Pascale che si è detto stupito della reazione di Marone. La candidatura di Civetta, ha replicato il numero 2 della Provincia, è stata frutto «delle scelte dall’alto, senza sentire la base e chi lavora sul territorio, a stretto contatto con amministratori locali e cittadini». Nei piccoli centri, Puchetti ha ottenuto circa 6.000 voti in più rispetto allo sfidante. «Sta a significare che sindaci e amministratori comunali di quei centri vogliono essere ascoltati». Quanto alla sua nomina, Puchetti – ha spiegato Pascale – «mi ha chiesto di voler essere il suo vice, garantendo rappresentanza alla città di Campobasso, in quanto città capoluogo di regione e per numero di abitanti. Rappresentanza che, da tempo, chiedevo insieme ai consiglieri comunali di Palazzo San Giorgio. La città di Campobasso merita maggior rispetto, considerando che, ultimamente, è scomparsa dai radar politici, nonostante la presenza in città di politici e amministratori esperti e di lungo corso».
Poi il contrattacco: «Marone, che senza candidarsi, quindi senza portare nemmeno un voto al centrodestra lo scorso giugno, è stato nominato assessore regionale, trattando direttamente con Matteo Salvini la propria nomina, scavalcando e tradendo sia il consigliere eletto sia gli altri candidati della Lega alle ultime consultazioni regionali, ha chiesto a tutti i candidati alle regionali (molti dei quali con un ottimo risultato) e ai dirigenti locali della Lega cosa pensavano della sua nomina?». E ancora: «Nell’opera di cambiamento in Giunta Regionale è stato anche l’unico tra gli assessori di Toma ad essersi garantito il suo posto, a dispetto degli altri ex suoi colleghi che oggi, in forza di riconferma con migliaia di voti, svolgono il semplice ruolo di consigliere». Insomma sono volati gli stracci. L’elenco di Pascale è lungo e ha sancito un divorzio irrimediabile a questo punto. «Ora voglio semplicemente continuare a dare il mio supporto alla Provincia di Campobasso e al presidente che si è dimostrato persona aperta al dialogo e che ha subito compreso come in Provincia, con l’attuale sistema elettorale, la politica c’entra ben poco, ma i consiglieri svolgono un ruolo, gratuito, di supporto al territorio».

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