Ieri pomeriggio sono stati limati gli ultimi dettagli tecnici. Per questo motivo l’approvazione in giunta del bilancio di previsione 2023, inizialmente prevista proprio per la giornata di ieri, è slittata a lunedì.
Finalmente i conti tornano, comunque. «Tornano sì. Abbiamo pareggiato il bilancio, che era un’operazione niente affatto facile», il commento dell’assessore Gianluca Cefaratti. Martedì scorso, il titolare della delega ha inviato ai colleghi componenti dell’esecutivo il testo definitivo del documento. Giovedì si è tenuto un summit fra gli assessori e il presidente Roberti, una sorta di pre giunta. Infine, le limature definitive per poter dare via libera dopodomani. Quindi, toccherà alla Prima Commissione di Palazzo D’Aimmo e infine all’Aula.
«Siamo stati ligi al dovere, certosini nel calcolo di fondi quali contenzioso, perdite potenziali, crediti di dubbia esigibilità. E abbiamo quadrato anche le entrate, che dovrebbero essere quasi certe, evitando dunque di appostare cifre sovradimensionate per garantire il giusto equilibrio del bilancio», ancora Cefaratti.
Ci sono, fra le altre cose, «i soldi per le nuove assunzioni che dovremo necessariamente concretizzare fra il mese di dicembre e l’inizio di gennaio 2024, mi riferisco alle nuove figure per i Centri per l’impiego, ai dirigenti. E c’è una copertura importante per il cofinanziamento dei fondi Fsc e Por», le parole dell’assessore. E, ancora, risorse per la partecipazione alla Bit. Sarà però necessario, considerando l’attuale difficile contingenza dei conti di Palazzo Vitale, riparametrare il sostegno agli eventi culturali. Con questi “chiari di luna”, difficile ripetere gli investimenti cospicui sostenuti negli ultimi due anni. Cefaratti lo dice chiaramente. Fra le misure di taglio più legislativo, una rivisitazione del piano energetico.
Naturalmente, fra le entrate anche i 40 milioni stanziati dal governo nazionale per la riduzione del disavanzo di amministrazione.
Numerosi atti propedeutici al previsionale 2023, la cui mancata approvazione lo scorso anno ha di fatto paralizzato l’amministrazione e portato alla gestione provvisoria tuttora in atto, sono stati già licenziati dalla Prima Commissione. Fra questi, la correzione dei consuntivi 2019 e 2021 (già approvata in via definitiva dall’Aula di via IV Novembre). Attendono, invece, il vaglio del Consiglio il rendiconto 2022, la proposta di legge che aumenta, a partire dal 1 gennaio 2024, l’addizionale regionale Irpef per i redditi superiori a 28mila euro (l’aliquota sarà portata al 3,33%) e il piano di rientro che sarà la base dell’intesa che il governatore Roberti firmerà con la premier Meloni per garantire la riduzione graduale e l’azzeramento del disavanzo di amministrazione. Circa 563 milioni: questa la cifra totale di deficit che grava, evidentemente, comunque sui contribuenti e i molisani in generale. E che sarà coperta con i 20 milioni all’anno che da qui al 2033 arriveranno da Roma e poi con manovre messe in atto dalla Regione, dalla diminuzione dei costi e degli enti subregionali al’aumento dell’imposizione fiscale. Fine pena, in base al cronoprogramma del piano di rientro, nel 2051.

r.i.

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