Giro di vite per i contributi ai Consorzi di Bonifica, abrogazione della legge sugli interventi a favore della viabilità rurale, che non viene finanziata «da tempo immemore» ma alcuni Comuni – legittimati a farlo dal mantenimento in vita del norma – inoltrano alla Regione la rendicontazione delle spese sostenute chiedendone il finanziamento. E, ancora, soppressione dell’Iresmo (operativamente a partire dal 2025) e funzioni “internalizzate” alla Fondazione Molise Cultura.
Sono alcune delle misure previste dalla legge di stabilità regionale per il 2023 approvata mercoledì sera dalla giunta Roberti.
Tra le altre novità, il testo prevede un direttore generale all’Arsarp (al posto dell’attuale amministratore unico, ruolo che comunque non è assegnato, l’Agenzia è retta da un commissario). Non c’è invece la modifica alla legge 10 (che disciplina l’organizzazione dell’apparato burocratico della Regione) di cui si vocifera da tempo nei corridoi di Palazzo Vitale. Il presidente Roberti è convinto che l’assetto di vertice che prevede un direttore generale e i direttori delle aree corrispondenti alle competenze degli assessori (era così fino all’ultimo governo Iorio) sia più efficace dell’attuale basato invece sui direttori di dipartimento. Non ce n’è traccia nel ddl, ma la misura potrebbe essere introdotta con un emendamento in sede di discussione in Consiglio.
Tornando al testo, la soppressione dell’Iresmo – si legge nella relazione – «trova la propria ratio nel processo di riorganizzazione, ispirato ai criteri di efficienza ed economicità, nonché al contenimento della spesa pubblica, così come già avviato dall’Amministrazione regionale a seguito della Legge di Stabilità del 2015». Trasferire le funzioni dell’Istituto di studi storici intitolato a Vincenzo Cuoco è un’azione che si inserisce «nella matrice unitaria sotto cui la Regione intende garantire la promozione di iniziative e idee progettuali in ambito culturale, assicurando per gli effetti l’eliminazione di sovrapposizioni, il contenimento della spesa scaturente dall’eliminazione di organi amministrativi, di controllo, di costi generali e di funzionamento».
Contenere i costi ed evitare brutte sorprese – come il decreto ingiuntivo da 15 milioni ottenuto qualche mese fa dal Consorzio bassomolisano nei confronti della Regione – sono gli obiettivi dell’abrogazione di alcuni commi della legge del 2005 sugli enti di bonifica. Commi che prevedono attualmente il contributo della Regione per spese di manutenzione delle opere e degli impianti, interventi straordinari e di somma urgenza. «La proposta di abrogazione si inserisce nell’obiettivo di contrazione della spesa pubblica, resa ancor più stringente alla luce del percorso di consolidamento dei conti pubblici. L’assenza di trasferimenti statali nei settori de quibus ha obbligato la Regione a farvi fronte con risorse proprie con esposizione di situazioni debitorie».
Lo stesso vale per gli interventi per la viabilità rurale. La legge non è finanziata da tempo per mancanza di fondi e i Comuni possono accedere per queste opere a specifiche misure del Psr. Quindi, onde evitare che alcuni enti continuino a inviare alla Regione richieste di finanziamento per i lavori eseguiti, il ddl di Stabilità propone di abrogare la norma, eliminando il problema alla radice.
Nella legge di bilancio 2023, licenziata dalla giunta nella stessa seduta, si dà rilievo, fra le altre cose, allo stanziamento di 40 milioni da parte del governo nazionale per ridurre il disavanzo di amministrazione e della manovra, che entrerà in vigore dal 2024, che porterà l’addizionale regionale Irpef per i redditi superiori a 28mila euro al 3,33%.

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