Con una lettera “ufficiale”, il governatore Francesco Roberti ha voluto far sentire ieri al nuovo vescovo di Campobasso Biagio Colaianni «l’affetto della Regione Molise» in una giornata importante «del suo percorso di vita con l’ordinazione episcopale da parte della Chiesa di Matera – Irsina. Un passaggio dopo il quale sarà chiamato, in qualità di Arcivescovo metropolita di Campobasso – Bojano, a guidare la nostra comunità episcopale».
«Aspettiamo con grande attesa il suo arrivo sul nostro territorio e sono sicuro che i molisani l’accoglieranno con un forte sentimento di gioia. Durante la sua esperienza – ha proseguito Roberti nella missiva – avrà modo di conoscere i molisani, che similmente al popolo lucano, sono persone semplici e tenaci, legati ai veri valori cristiano-cattolici e alle tradizioni che caratterizzano le singole comunità cittadine. Sono sicuro che instaureremo dialogo, collaborazione, condivisione e sinergia per il nostro territorio e per i fedeli che attendono di accoglierla per diventare il loro pastore, la loro guida. Sono convinto che il suo lavoro e la sua missione – ha concluso il presidente della Regione – saranno caratterizzati da spirito di servizio, dedizione, attenzione alle famiglie, ai giovani e alle fasce della popolazione più svantaggiate».
Nel corso della cerimonia di ordinazione episcopale svoltasi presso il Palasassi di Matera (ampiamente documentata nello speciale alle pagine 4 e 5), centinaia di fedeli, della diocesi di Matera-Irsina e di quella di Campobasso- Bojano, che lo accoglierà il prossimo 9 marzo nella Basilica minore di Castelpetroso, hanno salutato ieri monsignor Colaianni, nuovo presule in terra molisana.
Colaianni nel discorso finale ha chiesto sostegno nella preghiera. «Vi chiedo un impegno, per la settimana a venire: siate fedeli nel pregare ogni giorno per la mia santificazione, ma soprattutto, con me, vi chiedo in comunione, di pregare per la pace, secondo il cuore e l’intenzione di Papa Francesco, dobbiamo crederci come il bene e la grazia più preziose che necessitano oggi».

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