L’inchiesta sulle spese pazze dei gruppi del Consiglio regionale, che la Procura di Campobasso una decina di anni fa affidò alla Guardia di Finanza, fece molto rumore. Un clamore mediatico fisiologico – visto che con i fondi assegnati alle articolazioni politiche dell’Assise si pagava di tutto, dai viaggi in Italia e all’estero fino conto del supermercato – che oggi è anche alla base della valutazione dei danni di immagine riconosciuti nei confronti dell’ente di Palazzo Vitale.
Altrettanto pesanti, in alcuni casi più che in altri, si stanno rivelando le condanne della Corte dei conti nei confronti degli ex consiglieri che, riconosciuti responsabili di peculato dalla magistratura penale, sono chiamati a restituire il maltolto.
La legislatura che negli ultimi mesi è finita sotto la lente della Sezione giurisdizionale di via Garibaldi (le azioni di responsabilità amministrativa prendono il via dopo il passaggio in giudicato delle sentenze penali) è quella che va dal 2007 al 2011. In alcuni casi il giudice ordinario ha dovuto concludere per la prescrizione di alcune spese illegittime. Ma i conti sono spesso comunque salati.
La scorsa settimana su queste colonne abbiamo riportato i contenuti dei primi due verdetti del 2024 in tema di spese dei gruppi di via IV Novembre, quelli emessi nei confronti dell’ex responsabile del gruppo Misto Antonino Molinaro e dell’ex capogruppo dell’Idv Nicandro Ottaviano. Non nono le sole.
Scandagliando la banca dati della Corte dei conti, se ne trovano almeno altre quattro che portano (per ora) il totale delle condanne a circa 600mila euro, per la precisione poco più di 574mila euro. La ricerca proseguirà per offrire nelle prossime settimane un quadro più preciso, completo e corretto ai lettori.
Molinaro e Ottaviano sono stati condannati a restituire alla Regione rispettivamente 45.210 euro (40.210 illegittimamente utilizzati e 5mila per danni di immagine) e 190.966 (170.966 di acquisti e pagamenti illegittimi coi soldi del gruppo e 20mila per danni di immagine).
Il 6 aprile 2022, inoltre, risulta depositata la sentenza nei confronti di Michelangelo Bonomolo (non costituito in giudizio), responsabile del gruppo dei Comunisti italiani nella legislatura “incriminata”. La pronuncia non risulta impugnata. Alla Regione Bonomolo – che in passato è stato dg dell’allora Asl di Campobasso – deve 39.845 euro (di cui 10mila per danno di immagine).
Dal 2009 al 2007 Salvatore Muccilli fu capogruppo di Progetto Molise. Il 14 maggio 2023 i giudici della Sezione giurisdizionale lo hanno condannato a restituire 51.245 euro (anche nel suo caso 10mila euro è la cifra del danno di immagine). Difeso dall’avvocato Demetrio Rivellino, il politico di San Massimo ha proposto appello e ha anche avanzato una proposta transattiva alla Regione. Menzionata nel verdetto della Corte dei conti, in quel momento era ancora alla valutazione dell’Avvocatura di via Genova.
La condanna più elevata di quelle trovate finora nella banca dati è quella emessa il 21 luglio 2023 nei confronti di Camillo Di Pasquale (assistito da Raimondo Fabrizio e Stefano Cappellu), che nella legislatura 2007-2011 è stato capo del gruppo Per il Molise: 228.800 euro il totale da pagare alla Regione (20mila euro il danno di immagine).
Infine, il 20 dicembre 2023 è stato depositato in segreteria il verdetto a carico di Giuseppe Sabusco (difeso da Fabio Albino e Giacomo D’Angelo), che nel 2021 fu capogruppo dell’Udc: 17.933 euro (di cui 8mila per danno di immagine).
Nelle sei decisioni della Corte citate, un riepilogo abbastanza preciso delle spese ritenute illegittime. Contestati, “a vario titolo”: l’acquisto di cialde di caffè, il pagamento di fatture di carburante, il conto di ristoranti per pranzi e cene, i contributi ad associazioni e parrocchie, l’acquisto di carne di manzo per la festa di un sindaco, le sponsorizzazioni di tornei e mostre, l’acquisto di divise di calcio, la fattura di una gioielleria, viaggi e pernottamenti in Italia e all’estero, l’hotel per una notte pagato a due ballerine straniere e al proprio avvocato non molisano. Innumerevoli colazioni e caffè. E perfino la spesa al supermercato.
ppm

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