Dopo 35 sforamenti, o comunque dopo una serie di sforamenti continui che durino per esempio una settimana, saranno attivate misure restrittive per riportare i valori sotto la soglia di allarme. Presto sarà pubblicato un bando con incentivi per sostituire le caldaie che utilizzano ancora combustibili fossili e puntare sul fotovoltaico. Sarà realizzata una pista ciclabile e verranno piantumati alberi per aumentare gli spazi verdi. Dal punto di vista infrastrutturale, poi, l’obiettivo resta liberare del tutto Venafro del traffico veicolare diretto verso Napoli o Roma.
Con l’illustrazione dei dettagli del nuovo Piano regionale per la qualità dell’aria, vale a dire l’addendum al Priamo resosi necessario dopo che l’associazione “Mamme per la salute” ha vinto il ricorso al Tar lamentando proprio la carenza di misure concrete per la Piana nel documento originario, i vertici di Palazzo Vitale hanno messo sul tavolo ieri l’elenco degli investimenti già avviati o in cantiere per mitigare gli effetti dell’inquinamento a Venafro.
«Abbiamo lavorato con la struttura tecnica per rendere il Priamo adeguato alle necessità, in particolare, del territorio di Venafro. Dobbiamo fare in modo – ha evidenziato l’assessore all’Ambiente Andrea Di Lucente – che gli sforamenti di Pm10 non siano così numerosi come anche in questo periodo, pensate che ad oggi già ne abbiamo 25. Il piano prevede che dopo il 35esimo sforamento o dopo una serie di sforamenti continui, circa una settimana, bisogna adottare per forza delle limitazioni, che siano limitazioni al traffico, all’orario di utilizzo del riscaldamento domestico… Ma la cosa principale è la revisione dell’Aia delle due principali aziende del territorio che hanno emissioni in atmosfera interessanti». Anche se, ha aggiunto il vicepresidente della giunta, «si punta sempre il dito verso le due grandi industrie, Herambiente e Colacem, che però sono monitorate 24 ore su 24. Ci sono invece altre cose che non vengono monitorate, principalmente il traffico, le caldaie dei condomini, delle abitazioni».
La rete di monitoraggio è l’altro campo di intervento, finanziato in parte con i fondi Fsc (6 milioni sono stanziati nell’accordo per lo sviluppo e la coesione firmato con la premier Giorgia Meloni il 25 marzo scorso). Saranno acquistate nuove centraline, ha detto Di Lucente. Spazio poi a un rimboschimento significativo e a «un bando per la sostituzione delle caldaie a biomassa».
L’obiettivo di fondo lo ha sintetizzato il governatore Francesco Roberti. «Dobbiamo mettere in campo un intervento massiccio di finanziamenti e misure indispensabili per migliorare la qualità dell’aria. Dobbiamo investire risorse per evitare che il traffico veicolare passi dentro Venafro. Abbiamo messo a disposizione i fondi per realizzare le piste ciclabili, quindi per avere una mobilità sostenibile, per la piantumazione di alberi e per creare un bosco che possa contribuire all’abbattimento del particolato». Anche Roberti ha rimarcato l’importanza di dedicare «grande attenzione al monitoraggio nelle aree più delicate, cioè quelle industriali, e non per ultimo la messa a disposizione degli incentivi per la sostituzione delle caldaie che utilizzano ancora i combustibili fossili».
Alla conferenza stampa pure la vicepresidente del Consiglio regionale Stefania Passarelli, ex sindaca di Pozzilli e «vero pungolo», per usare la definizione di Roberti, per l’azione del governo regionale sul fronte dell’inquinamento nella Piana. Passarelli ha raccolto e ancora raccoglie le preoccupazioni della popolazione della zona, l’angoscia per le tante giovani vite spezzate dalle neoplasie. Mentre si consolidano i dati del Registro tumori (i dati di incidenza fin qui raccolti arrivano solo fino al 2017), ha evidenziato Passarelli, è importante intervenire concretamente per migliorare la situazione ambientale. L’anno scorso, ha poi concluso, «mi sono candidata alle regionali perché c’era un sindaco alla guida della coalizione (Roberti, ndr). L’ho fatto perché noi sindaci sappiamo quali sono le problematiche, parliamo con la gente e conosciamo bene i nostri territori. Sono felicissima di aver fatto questo passo, di stare al fianco del presidente Roberti, che alla prima occasione, quando ci sono stati i fondi, non ha dubitato minimamente della necessità di dare attenzione alla Piana di Venafro. Sono pienamente d’accordo con tutte le iniziative che sta mettendo in campo. Speriamo di farcela perché è veramente necessario».
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