Sindaco di Terni, numero uno dell’università privata UniCusano, segretario nazionale di Alternativa Popolare. Stefano Bandecchi non ha bisogno di grandi presentazioni. Divisivo quanto basta a farsi ricordare (saranno anche gli scontri con Report e le battute sui politici «tutti dei cani» quindi «io candido un barboncino), è alla testa delle truppe di Alternativa popolare (movimento di cui è segretario nazionale) in tutte le circoscrizioni per le europee tranne quella del Centro. Arriva domani in Molise (collegio meridionale) – tappa al Rinascimento di Campobasso alle 16 – per avviare la campagna per Bruxelles.
Bandecchi, con la sua Alternativa Popolare lei non sta né a destra né a sinistra: punta a diventare il nuovo Movimento 5 stelle?
«Assolutamente no. I 5 stelle hanno dimostrato di essere esattamente come tutti gli altri movimenti politici: appena arrivati al potere hanno perso l’ambizione di cambiare l’Italia e hanno acquisito quell’ambizione alla poltrona che tanto detestavano.
Alternativa Popolare è un partito di centro, ma attenzione: non ci riteniamo dei moderati. Siamo, casomai, degli equilibrati che vogliono compiere una vera e propria rivoluzione di centro. Siamo scesi in campo per offrire una vera alternativa politica incentrata sulla trasparenza ma soprattutto sulla voglia e capacità di fare: nelle nostre liste non ci sono paracadutati, ma persone concrete che hanno già dimostrato, nei loro ambiti professionali, di saper portare a compimento progetti ambiziosi e utili all’Italia. La nostra proposta politica abbraccia persone provenienti da tutte le fasce della società: i nostri valori sono saldi, così come le nostre radici popolari: non per questo, tuttavia, siamo schiavi di antichi dettami ideologici che hanno oramai mostrato la loro inadeguatezza».
Si dice certo di superare la soglia di sbarramento del 4%. Una volta approdato al Parlamento europeo qual è il ruolo che vorrebbe giocare?
«Ritengo che le nostre idee e la nostra proposta politica rendano l’obiettivo del 4% assolutamente raggiungibile, nonostante il continuo tentativo dei media di oscurare il nostro pensiero. Per noi nulla è impossibile: se gli italiani ci sceglieranno, Alternativa Popolare lavorerà senza sosta per la costruzione di un sistema Italia a Bruxelles. Mi spiego meglio: gli europarlamentari italiani – ovvero il 10% degli onorevoli che siedono a Bruxelles – non riescono a difendere il nostro Paese perché, anziché fare sistema con i loro colleghi eletti in altri schieramenti, preferiscono guardare agli interessi di partito, salvo poi lamentarsi delle “decisioni imposte dall’Europa”. Ma quali decisioni imposte? Gli europarlamentari eletti fino ad oggi dovrebbero avere il coraggio di dire che la loro ininfluenza a Bruxelles è solo la conseguenza della loro incapacità.
Alternativa Popolare vuole scardinare questo sistema “delle parti” e diventare il baricentro degli interessi dell’Italia in Europa, mettendo a sistema tutte le forze politiche nel raggiungimento dei risultati concreti di cui il Paese ha bisogno».
Il programma del movimento per Bruxelles.
«Il nostro programma è quello di portare più Italia in Europa. Per noi questo significa non solo mettere a sistema la rappresentanza italiana a Bruxelles, ma anche e soprattutto contribuire alla crescita dell’Unione europea portando al tavolo le eccellenze del nostro Paese. Il nostro obiettivo per i prossimi anni è quello di realizzare una vera indipendenza energetica italiana ed europea, dando nuovo impulso a uno sviluppo economico e industriale, rispettoso dell’ambiente ma consapevole dei bisogni economici e sociali. Non da ultimo, siamo consapevoli che le sfide mondiali richiedono all’Europa il coraggio di spingersi oltre: faccio riferimento, in particolare, alla costruzione di un esercito comune europeo che, in sinergia con la Nato, possa proteggere i cittadini europei e affermare l’Europa come grande soggetto geopolitico. Realizzeremo questi obiettivi insieme al Partito popolare europeo, di cui Alternativa Popolare fa parte dal 2014».
Capolista ovunque ma non nella sua circoscrizione, che è il Centro, perché lì ha scelto di far guidare Alternativa Popolare a Luca Palamara. Una scelta, come tante delle sue, divisiva, che spacca e quindi crea dibattito? O c’è un significato più politico?
«Luca Palamara è uomo che è stato parte del ‘Palazzo’, si è reso conto del cortocircuito del sistema giustizia e ha iniziato a lottare per cambiarlo. Chi meglio di lui per portare a Bruxelles le criticità di un settore che, ogni giorno, impatta sulla vita di migliaia di cittadini con effetti alle volte disastrosi? Questo è il ragionamento di Alternativa Popolare: investire sulle capacità di chi, conoscendo le istituzioni, ne può indirizzare il funzionamento nella giusta direzione.
Siamo fiduciosi che un’offerta realmente alternativa, da parte di persone serie che hanno dimostrato di ben operare nelle proprie professioni o negli incarichi politici ricoperti, possa condurre tanti italiani a sceglierci. L’importante è far sapere che l’alternativa c’è, è possibile, basta votare compatti per Alternativa Popolare i prossimi 8 e 9 giugno».
In Molise invece il capolista sarà lei. Alternativa Popolare ha già una sua organizzazione in regione?
«Si abbiamo già un’organizzazione in Molise con il coordinatore regionale Roberto De Angelis, persona di grande capacità che si sta impegnando senza sosta per proporre ai cittadini un’alternativa politica che porti davvero valore a una regione che troppo spesso è stata dimenticata».
Qualche altro nome della lista? Ci sono donne candidate?
«Oltre a Palamara, la lista sarà composta da volti nuovi che mai finora si erano dedicati alla politica attiva. Un rinnovamento che investe varie figure professionali e tutte le categorie, con un unico imperativo: saper fare e aver voglia di realizzare quel cambiamento che tutti hanno promesso. Certamente ci saranno donne nelle nostre liste così come non mancheranno i giovani: il nostro è un programma che guarda in avanti. I progetti dell’oggi per domani non ci appartengono. Io stesso non avrei rinunciato alla mia attività di imprenditore per abbracciare un progetto politico di breve respiro: per questo genere di inutilità ci sono già gli altri politici».
Perché un molisano dovrebbe votare Stefano Bandecchi alle europee?
«Innanzitutto perché gli uomini e le donne di Alternativa Popolare sanno ascoltare le istanze che provengono dai territori. Nel nostro programma c’è la lotta allo spopolamento – particolarmente significativo in questa regione – l’attenzione alle politiche industriali ed economiche, il recupero di quelle aree di Italia per troppo tempo abbandonate. Credo che questi siano i temi che davvero interessino questa regione che, forse, qualcuno ha fatto sentire lontana dall’Europa. Ma i cittadini molisani non sono cittadini italiani ed europei di serie B».
rita iacobucci

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