Come annunciato martedì dal consigliere regionale 5s Roberto Gravina, è stata presentata l’interrogazione parlamentare sui ritardo nell’istituzione del Parco nazionale del Matese.
A depositarla ieri mattina, nella Giornata mondiale della biodiversità, la deputata Italia Fontana.
Gravina, coordinatore nazionale Enti locali del Movimento, ha spiegato che l’interrogazione è indirizzata direttamente al ministro dell’Ambiente e che con l’atto di sindacato ispettivo si chiede di sapere «quale sia lo stato dell’iter di istituzione del Parco nazionale del Matese e quali iniziative abbia assunto il ministero dell’Ambiente per acquisire i pareri delle Regioni e degli enti locali coinvolti».
La legge che ha sancito la nascita del Parco nazionale è del 2017, ad oggi manca ancora la perimetrazione da parte della Regione Campania. Legambiente ha quindi sollecitato due giorni fa il governatore del Molise Francesco Roberti a fare pressioni sul collega Vincenzo De Luca «affinché si metta fine a questo tira e molla, mettendo da parte le pressioni che le lobby ancora contrarie al Parco nazionale continuano a svolgere sulla sua giunta». L’associazione ha denunciato che finora l’area del Matese «ha perso oltre 10 milioni di risorse dirette messe a disposizione dal Mase per la gestione ordinaria, ma anche la possibilità di partecipare ai bandi dedicati ai Parchi nazionali».
Pronta a sostenere a Palazzo D’Aimmo la battaglia di Legambiente (intervenuta con i presidenti di Campania e Molise Mariateresa Imparato e Andrea De Marco) si è detta la consigliera regionale del Pd Micaela Fanelli. La nascita del Parco porta la firma dei parlamentari dem, ricorda Fanelli, e tanti sono stati atti e le sollecitazioni che in questi anni lei stessa ha portato in Aula per arrivare alla concreta attuazione della legge. «Il Molise, “seppur lentamente” ha fatto la sua parte, ma senza la collaborazione della controparte tutto il lavoro rischia di essere vano. È dunque necessario che il presidente Roberti faccia pressione affinché si metta fine a questo stallo, anche contro le lobby contrarie al Parco – insiste Fanelli – Il Parco del Matese è vitale non solo per la sua bellezza naturale, ma per i servizi ecosistemici che offre, come l’acqua delle sue sorgenti, essenziale per usi civili, industriali e agricoli. Ma, soprattutto, può davvero diventare un volano economico, capace di generare “reddito green”, nel pieno rispetto per l’ambiente».

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