Come nel gioco dell’oca, la Regione torna al punto di partenza. Di ripartenza sarebbe meglio dire. Quindi agli atti di bilancio che, dal 2021 in poi, vanno tutti riapprovati. Prima dalla giunta, poi licenziati dalla Commissione e infine varati dal Consiglio di via IV Novembre.
Il salto all’indietro lo hanno determinato due sentenze della Consulta, che hanno dichiarato illegittimi i consuntivi del 2020 (che è stato già riapprovato da Palazzo D’Aimmo martedì scorso) e del 2021 accogliendo i ricorsi della Corte dei conti regionale. Fondamentalmente si tratta di formalizzare in tutti i documenti, dal 2021 in poi, il maggiore disavanzo “scoperto” con la cancellazione di residui attivi, 130 milioni, non più esigibili e altre decine di milioni di debiti fuori bilancio. Numeri che i bilanci dell’amministrazione Roberti (i previsionali 2023 e 2024) hanno tenuto in considerazione, così anche il piano di rientro approntato dall’esecutivo e approvato dall’Assemblea che costituisce la base per l’accordo col governo nazionale per il contributo di 20 milioni di euro l’anno fino al 2033. Vanno tuttavia inseriti in tutti i provvedimenti precedenti. Va quindi modificata anche la legge regionale 4/2023 (che già modificava i consuntivi 2019 e 2021) e abrogata la legge 9/2023, che ha approvato il rendiconto 2022 senza il preventivo giudizio di parifica.
Questo il risultato dell’udienza che si è svolta ieri davanti alla Sezione di controllo della Corte di via Garibaldi. A confronto con la presidente Lucilla Valente e i magistrati erariali, l’assessore Gianluca Cefaratti e il presidente Francesco Roberti.
I giudici hanno tenuto il punto, ha spiegato Cefaratti al termine dell’adunanza. Nessuna deroga alla forma. E i rappresentanti di Palazzo Vitale hanno scelto di seguire la strada indicata anche se non sarà semplice e anche se qualche perplessità la mantengono. L’esecutivo di Palazzo Vitale però vuole archiviare la stagione dello scontro con la Corte dei conti che ha portato alla paralisi del 2023 (conti ingessati, iniziative occupazionali e investimenti fermi) accentuando il peso di un deficit ereditato di circa 600 milioni di euro e di un piano di rientro che arrivano fino a oltre il 2050.
Entro qualche giorno sarà pubblicata la nuova ordinanza della Sezione di controllo che fisserà un nuovo termine alla Regione per “adempiere”, vale a dire fine giugno. In poco meno di un mese e mezzo bisognerà mettere a posto tutte le carte. Poi la magistratura erariale potrà procedere alla parifica dei consuntivi 2021 e 2022. L’intenzione, ha ribadito Cefaratti, è di fare in fretta perché fra Pnrr, fondi europei e nazionali ci sono ingenti risorse da cominciare a spendere e investimenti da mettere a terra.
Con la Corte, ha sintetizzato il governatore, si è «concordato, dopo l’approvazione del rendiconto del 2020», che «entro la fine di giugno dovremo procedere alla riapprovazione dei rendiconti relativi agli anni 2021 e 2022, in modo da riallacciarli a quello del 2023. Con le strutture stiamo lavorando con solerzia, già da diverse settimane, affinché si arrivi alla risoluzione della situazione contabile».

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