Il sistema idrico regionale, vicino al collasso come ha denunciato due settimane fa il Cda di Molise Acque, e le possibili soluzioni: questi gli argomenti al centro dell’audizione che si è svolta a Palazzo D’Aimmo lunedì pomeriggio.
L’azienda speciale di via Depretis, che si occupa di captazione e adduzione fino ai serbatoi comunali, ha ridotto la portata del flusso idrico per via delle difficoltà a onorare le bollette dell’energia elettrica (nelle scorse settimane, i rubinetti sono rimasti temporaneamente a secco a Campobasso, Venafro e in altri centri della regione). Difficoltà causate in gran parte, hanno spiegato i vertici di Molise Acque, dal rilevante credito maturato nei confronti della Grim, società pubblica subentrata ai Comuni nell’erogazione concreta dell’acqua nelle case dei molisani.
Le ipotesi allo studio sono due: l’unificazione in un unico soggetto delle funzioni di adduzione e distribuzione oppure una temporanea iniezione di liquidità da parte della Regione. Grim è infatti una società in house a cui è affidato il servizio idrico integrato.
All’incontro in via IV Novembre hanno preso parte il presidente dell’Assise Quintino Pallante, il segretario Fabio Cofelice, i capigruppo e consiglieri regionali Roberto Di Pardo, Roberto Gravina, Micaela Fanelli, Massimo Romano e Alessandra Salvatore, il presidente di Molise Acque Stefano Sabatini e i componenti del Cda, il sindaco di Frosolone Felice Ianiro e l’assessore Michele Marone.
Ianiro ha evidenziato i problemi di bilancio sofferti dal suo Comune da quando, con l’avvio del nuovo assetto del servizio integrato, si trova a far fronte ai costi di pompaggio e manutenzione dell’impianto per quattro punti di captazione che servono i 136 chilometri di rete di Frosolone. Costi che – si legge nella nota istituzionale del Consiglio – fino al subentro nella riscossione delle tariffe da parte della società Grim, erano compensati dagli introiti derivanti dal pagamento degli utenti e che oggi sono a totale carico del Municipio, «in quanto la società Grim non versa il corrispettivo nelle casse dell’ente locale che li ha sostenuti».
Sabatini ha rilevato che le criticità illustrate da Ianiro sono riscontrabili anche in altri centri della regione. La stessa Molise Acque vanta nei confronti di Grim crediti per 11-12 milioni e deve affrontare un costo mensile pari a 1 milione per alimentare le 136 pompe di distribuzione. Quindi, bollette pagate in ritardo e rischio di incappare nelle procedure per la risoluzione del contratto con conseguenze nefaste. Senza dimenticare che negli ultimi anni il consumo idrico è aumentato per via della dispersione. L’80% degli introiti dell’ex Erim derivano dalla fornitura ai Comuni del Molise (quindi dai pagamenti di Grim), il restante 20% dall’acqua inviata ad alcuni centri delle regioni limitrofe e da una centrale idroelettrica. Il presidente dell’azienda speciale ha quindi chiesto che venga rivista la normativa regionale creando creare un soggetto unico di gestione sul sistema idrico integrato.
L’assessore Marone ha riferito del tavolo permanente aperto in Regione (e in cui sono stati ascoltati i vertici di Grim che hanno spiegato le difficoltà a cui stanno andando incontro nel subentrare concretamente ai Comuni) con l’obiettivo di arrivare a una appropriata revisione della legislazione di settore e all’efficientamento del sistema.
A chiusura della sessione, il presidente Pallante ha preso l’impegno a portare la vicenda in Aula per trovare le opportune soluzioni operative e normative.

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