La bozza di decreto attuativo del Pnrr predisposta dal ministro Giorgetti penalizza i Comuni più virtuosi. Boccia, così, il provvedimento Roberto Gravina, coordinatore nazionale Enti locali 5s e consigliere regionale del Molise. I tagli maggiori, spiega, saranno «effettuati proprio in proporzione ai fondi ottenuti, mortificando non soltanto gli enti locali ma penalizzando quelli più virtuosi».
Il decreto, aggiunge, attua in maniera distorta una norma della manovra di bilancio che chiede di definire i tagli «tenuto conto» delle risorse Pnrr ricevute da ogni ente. Doveva essere una salvaguardia, si è rivelata il suo contrario: i tagli colpiscono in misura maggiore gli enti che hanno ricevuto più finanziamenti.
«Non bastavano il progetto dell’autonomia differenziata, peraltro aggravato dai tagli avvenuti a gennaio sul fondo perequativo che dai 4,4 miliardi previsti è stato ridotto a 800 milioni, e i tagli avviati sull’edilizia sanitaria. Questa bozza di decreto ministeriale è un colpo basso ai Comuni, che invece di essere premiati per la loro capacità di attrarre fondi Pnrr, vengono penalizzati». I fondi, ancora Gravina, «non sono stati assegnati per magia ma solo grazie al lavoro straordinario degli uffici, che stressati dagli indirizzi politici dei sindaci, sono riusciti a intercettare le opportunità del Pnrr in mezzo alle difficoltà della pandemia (e dello smart working) e del rincaro dei prezzi derivanti dal conflitto in Ucraina. Campobasso, solo per fare un esempio a me vicino, ha avuto la capacità di attirare circa 52 milioni di euro di finanziamento con il Pnrr e ora è tutta da capire quale sarebbe la percentuale reale della quale potrebbe essere costretto a fare a meno».
Mentre Fitto e Salvini minimizzano la portata della norma, il Mef di Giorgetti «procede imperterrito su questa strada. Questa instabilità e indecisione non consentono uno sviluppo e una programmazione adeguata per i Comuni e per gli enti locali. Si tratta di un comportamento irresponsabile che danneggia la coesione territoriale e la fiducia nelle istituzioni. Aspettiamo che il ministro Fitto smentisca questa volta con i fatti il collega dell’Economia e rispetti le ragioni dei Comuni, sempre penalizzati quando si tratta di raggranellare risorse per accontentare i desiderata di alleati più attenti alla performance elettorale che ad altro».
Gravina quindi conclude chiedendo il ritiro della bozza di decreto «che, se approvata, avrà conseguenze disastrose per gli enti locali e per l’intero Paese».

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