Le nubi che si sono addensate negli ultimi giorni sulla Gigafactory di batterie per le auto elettriche di Termoli preoccupano la politica regionale.
L’incontro previsto per ieri al Mimit (fra sindacati e aziende coinvolte) è slittato all’11 giugno dopo la decisione di Acc, la joint venture tra Stellantis, Mercedes-Benz e TotalEnergies, di rinviare a fine 2024 – inizio 2025 le discussioni sui contenuti del progetto.
Il consigliere regionale 5s Roberto Gravina ha chiesto chiarezza su quanto sta avvenendo. «Le legittime preoccupazioni dei lavoratori continuano a crescere – ha rimarcato – soprattutto perché intorno alla questione della Gigafactory di Termoli il silenzio seguita a essere impenetrabile. Nessuna notizia viene fatta circolare riguardo lo stato dei rapporti con Acc, neanche nelle apposite commissioni che vengono convocate in Consiglio regionale e questa mancanza di trasparenza non fa che alimentare incertezze e timori. Ciò che più preoccupa – ha aggiunto – è il sospetto che questo silenzio sia deliberato, mirato a sopire problematiche che sarebbero a dir poco rilevanti per il futuro dello sviluppo industriale ed economico della nostra regione». Quindi l’appello alle istituzioni e alle aziende coinvolte: «Solo attraverso la trasparenza e la collaborazione si potranno trovare soluzioni concrete che garantiscano un futuro solido e prospero per la Gigafactory di Termoli e per tutta la comunità».
L’esponente di Costruire democrazia Massimo Romano ha presentato un’interrogazione al presidente Rooberti e all’assessore allo Sviluppo economico Di Lucente chiedendo un intervento immediato della Regione nei confronti del ministero delle Imprese per comprendere le effettive intenzioni dell’azienda. «Ferma restando la sfera decisionale privata dell’azienda, è ben noto che il destino dell’investimento termolese si intrecci con un livello di pianificazione economica di interesse nazionale, nell’alveo della politica industriale italiana, rispetto al quale la Regione Molise deve rivendicare la garanzia di continuare a preservare un ruolo centrale che passa attraverso una decisione politica del governo. Spiace constatare – il commento di Romano – che i numerosi incontri che si sono tenuti a Roma sul tema, i cui esiti sono stati commentati con toni trionfalistici forse un po’ troppo affrettati dai nostri rappresentanti regionali, dimostrano ancora una volta quanto effimero sia il peso del Molise nelle dinamiche istituzionali nazionali e di quanta poca considerazione goda la nostra regione negli equilibri politici nazionali. Alla faccia della filiera istituzionale che a ogni elezione ci vengono a raccontare».

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