Calorose strette di mano, applausi, abbracci. Nella sua nuova casa, la Lega, Aldo Patriciello ha trovato entusiasmo e accoglienza convinta. Nella sede elettorale del Carroccio in via Garibaldi a Campobasso, l’eurodeputato uscente ha fatto tappa per uno dei suoi appuntamenti molisani ieri mattina (nel pomeriggio si è spostato a Termoli dove stasera chiuderà con il centrodestra la campagna per europee e amministrative).
Ad aspettarlo, i candidati della lista alle comunali, i dirigenti regionali, il coordinatore Michele Marone, il candidato sindaco del capoluogo Aldo De Benedittis, la vicepresidente di Palazzo D’Aimmo Stefania Passarelli e il consigliere Armandino D’Egidio, esponente di FdI che però non ha mai nascosto il suo sostegno a Patriciello in nome della rappresentanza e della “casa comune”, il centrodestra.
La rappresentanza, appunto. L’onorevole è stato schietto: «Ho rappresentato in questi 20 anni il Molise, il Sud in Europa. Sono l’unico che ce la può fare. mi rivolgo perciò a tutti i molisani: meno partiti, più difesa di questo territorio, di una piccola Regione. Vorrei dimostrare che il Molise, contrariamente a quanto si dice, che cioè non esiste, è una regione che esiste eccome e il mio risultato ne sarà la prova».
L’Europa però deve cambiare, ha ribadito. Serve «un’Europa più vicina ai territori, che non deve entrare a gamba tesa sugli interessi nazionali. Il prossimo Parlamento sarà lo spartiacque tra passato e futuro. Agricoltura, pesca, transizione, il tema drammatico della nostra balneazione, 8mila chilometri di costa che dal 1 gennaio 2024 sono senza nessuna legittimazione a poter continuare l’attività. Ci sono situazioni preoccupanti, per questo vogliamo un’Europa che riveda le strategie». Anche la politica, ha aggiunto, «deve stare più vicina alle aziende, deve essere meno ostile col mondo che produce, dobbiamo riacquistare la fiducia da parte degli imprenditori».
A proposito di sviluppo e lavoro, non è mancato il commento dell’eurodeputato sullo stop alla Gigafactory di Termoli. «Dobbiamo cercare di capire quali sono le strategie di Stellantis per il Molise». Strategie, ha spiegato poi, che si inseriscono in un quadro più ampio, nazionale ed europeo. «Dobbiamo chiedere subito un tavolo ministeriale e capire anche che programmi ha Commissione europea per il mondo dell’auto perché c’è il tema della transizione energetica che impatta sul settore e non vorremmo che tutti questi siano elementi che fanno slittare in avanti gli investimenti di Stellantis». Una situazione, ha concluso, che «ci preoccupa perché dobbiamo garantire occupazione, il tema dell’indotto auto nel Molise come nel Sud già di per sé è preoccupante perché la transizione porta a far scomparire i motori a benzina e diesel nel 2035. Dobbiamo riaprire questo dossier al Parlamento europeo già dalla prima seduta di luglio per cercare di capire come affrontarlo».
r.i.

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