Il “warning” sul sito del ministero dell’Interno ha la massima visibilità. Attenzione, è la sintesi dell’avvertenza, la ripartizione dei seggi è assolutamente ufficiosa e provvisoria. Anche perché mancano ancora, per esempio, tutti i voti di preferenza di Campobasso (per via del fatto che il seggio 9 del capoluogo del Molise non ha completato le operazioni ed è stato necessario completare le spoglio in Tribunale). Ma da ieri alle 16 su Eligendo c’è l’indicazione dei seggi spettanti ai partiti che accedono al riparto per il Parlamento europeo.
Nel collegio Sud, quello in cui è inserito il Molise, alla Lega ne tocca uno solo. E la spunta blu è accanto al nome del generale Roberto Vannacci. Subito dietro di lui l’eurodeputato uscente molisano Aldo Patriciello. Tremila preferenze li separano. Vannacci risulta eletto però anche nella circoscrizione Nord occidentale, tre seggi per il Carroccio: il generale, Silvia Sardone e Isabella Tovaglieri. Oltre che in quella Nord orientale: due i seggi, Vannacci e Anna Maria Cisint. Infine in quella Centrale, un solo seggio e dietro di lui c’è l’uscente della Lega Susanna Ceccardi, fedelissima del segretario-vicepremier. Che ieri a un “Giorno da pecora” su Radio1 ha commentato: «La mia rielezione? Siamo appesi ad un basco, quello del generale Vannacci. Dipenderà dalla circoscrizione che sceglierà, credo la scelta verrà decisa da Salvini. Io però sono tranquilla, dormo serena la notte».
Decide Salvini, è la frase d’ordinanza all’interno del Carroccio. D’intesa con lui il generale sceglierà per quale collegio effettuare l’opzione, liberando spazio per i primi dei non eletti delle altre tre. Sarà Salvini, dunque, a definire il quadro della delegazione che rappresenterà il partito a Bruxelles. Lui che dalle urne – in particolare dalle 500mila preferenze che Vannacci ha totalizzato in tutte le circoscrizioni e anche dalle 70mila portate in dote da Patriciello – esce rafforzato. O comunque meno debole rispetto ai dissidenti interni (alcuni molto potenti) che erano pronti a chiederne le dimissioni.
Dal Molise, di cui si è sempre occupato molto politicamente, Salvini ha ricevuto un segnale inequivocabile (per l’arrivo in squadra di Patriciello): un 17% che lascia indietro perfino il Veneto e il Friuli. Sono tutti elementi, insieme al fatto che il prossimo anno si voterà in Campania e Puglia per le regionali, che il ministro terrà in considerazione nel ponderare come sia meglio muoversi. Anche perché su un punto è stato chiaro lunedì mattina in conferenza stampa: la Lega è un partito nazionale, dal radicamento al Sud non si torna indietro.
Patriciello, mister 100mila preferenze con Forza Italia ai tempi d’oro di Berlusconi che oggi con la Lega ne ha messe una sull’altra poco meno di 70mila, non rilascia dichiarazioni da prima del voto. Questione di carattere e di standing, come piace dire ai politici del nuovo corso di destra in Italia. Ed è una forma di rispetto verso un partito in cui è da poco approdato e verso i suoi dirigenti. Non timore, quindi. Anzi, trapela dal suo staff, l’onorevole è sereno, fiducioso. Con Salvini ci sarebbero stati contatti in queste ore, lo stesso ministro dei Trasporti nella conferenza stampa post voto ha fatto cenno a telefonate con Vannacci e con altri candidati che hanno incassato risultati importanti (“Generale” a parte, quello di Patriciello è il secondo risultato in termini di consensi per il Carroccio, secondo solo a Sardone nel Nord ovest). Tempo qualche giorno e sapremo, rassicurano i collaboratori.
«I dati non rivestono carattere di ufficialità. La proclamazione ufficiale dei risultati è prerogativa degli uffici elettorali territoriali competenti. Il riparto dei seggi operato su questa piattaforma – è questa l’avvertenza pubblicata su Eligendo – è da ritenersi, quindi, ufficioso e provvisorio anche per la mancanza dei risultati di 78 sezioni della Circoscrizione III (Centrale, ndr), dei voti di lista di una sezione di un comune della Circoscrizione IV (Meridionale, ndr) e dei voti di preferenza del medesimo comune (Campobasso, ndr). Lo scrutinio di tali sezioni sarà effettuato dai competenti Uffici elettorali provinciali. Anche l’individuazione degli eletti è da considerarsi provvisoria, non essendo disponibili, al momento della pubblicazione, notizie su eventuali “opzioni”, incompatibilità, surroghe e rettifiche».
Al netto del “warning”, i 76 italiani a Bruxelles sono così assegnati: 24 a FdI, 21 al Pd, 8 a Forza Italia, Lega e Movimento 5 stelle, 6 all’Alleanza Verdi Sinistra e 1 a Sudtitoler Volkspartei.
r.i.

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