Debito della sanità e nuovo piano sociale regionale: questi gli argomenti al centro del dibattito ieri in Consiglio regionale.
Ieri mattina la seduta sul deficit sanitario e sulle proposte per ottenere da Roma maggiori fondi (o un risarcimento per gli anni di commissariamento a vuoto, o meglio dannosi, questo nell’accezione evidenziata dalle minoranze).
Al vaglio dell’Aula la proposta del leader di Costruire democrazia Massimo Romano di annullare in autotutela il piano di copertura del debito della Regione, da cui poi stralciare la quota di disavanzo relativa alla gestione degli ospedali e imputarla allo Stato, e la mozione a prima firma del sottosegretario Vincenzo Niro che indica una via più “conciliante” con la Capitale.
Tutti d’accordo, è comunque emerso dal dibattito, che il commissariamento dal 2009 in poi abbia prodotto solo danni al Molise (tagli ai servizi e debito che non solo non si è ridotto ma in alcuni anni più che in altri è addirittura aumentato). Tutti gli esponenti delle minoranze hanno insistito negli appelli alla maggioranza: proviamo ad aprire la vertenza col governo e ottenere quel che spetta al Molise. Ma dal centrodestra è arrivato il no e un contro appello a convergere invece sulla via della moral suasion.
La proposta di deliberazione del centrosinistra è stata respinta. Approvata invece la mozione della maggioranza. L’Assemblea, «considerando che è impossibile al momento, procedere all’espunzione del debito sanitario dal debito complessivo della Regione e ritenuto che ora quello è un debito da quantificarsi, possa, in realtà, essere ritenuto una possibile posta attiva» nei confronti dello Stato «impegna il presidente della Giunta regionale, a conclusione della verifica dei flussi in entrata e uscita della gestione sanitaria, ad interloquire con il Governo nazionale, affinché quest’ultimo adotti gli opportuni provvedimenti volti al riconoscimento di un credito vantato dalla Regione stessa nei confronti dello Stato da soddisfare anche in più annualità, così da poter programmare e realizzare interventi indispensabili per il raggiungimento dell’equilibrio economico finanziario nonché dell’efficienza ed efficacia della sanità regionale». Il decreto Molise, hanno controbattuto dai banchi della minoranza, «che avevate promesso e di cui non c’è traccia». Ancora più animata la seduta del pomeriggio. All’ordine del giorno la mozione delle opposizioni, prima firmataria Alessandra Salvatore, sul nuovo piano sociale regionale. Barricate dai consiglieri di centrosinistra, scontro molto acceso fra la capogruppo dem Micaela Fanelli e la delegata alle Politiche sociali Stefania Passarelli. La prima ha bocciato la bozza di riforma accusando la collega di voler distruggere «il vero Welfare». La delegata ha replicato: stiamo allineando la rete degli Ats a quelle che le norme nazionali ritengono priorità di primo livello (la riduzione degli Ambiti al numero dei distretti sanitari, quindi da 7 a 3) e realizzando l’integrazione socio-sanitaria. La mozione è stata poi respinta.

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