Lo scoop lo firma Giuliano Foschini per Repubblica. L’articolo compare sull’edizione online in piena notte, anticipazione del cartaceo di lì a poco in edicola. Il governatore del Molise Francesco Roberti, esponente di Forza Italia, è indagato per corruzione nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Campobasso che coinvolge complessivamente 47 soggetti (45 persone fisiche e due società) a cui nei giorni scorsi è stato notificato l’avviso di conclusione indagini. Insieme a Roberti, nell’inchiesta è finita anche la moglie Elvira Gasbarro.
Poche ore dopo, la conferma in una nota dello stesso presidente della Regione Molise.
Il reato ipotizzato nei suoi confronti è corruzione per l’esercizio della funzione (articolo 318 del codice penale). Tra le contestazioni (fra cui il concorso e un’aggravante, l’aver commesso il reato per assicurare a sé o ad altri il profitto della condotta illecita) anche la cosiddetta corruzione del corruttore o attiva: la punibilità, cioè, anche di chi dà o promette al pubblico ufficiale denaro o altre utilità.
Ma al di là del tecnicismo giuridico, di cosa sono accusati il capo di Palazzo Vitale e la consorte?
La Procura distrettuale antimafia di Campobasso a Roberti contesta la corruzione nella triplice veste, ricoperta all’epoca dei fatti, di presidente della Provincia di Campobasso (ente competente per le autorizzazioni in materia di rifiuti) di membro del Consiglio generale del Cosib (nel cui ambito territoriale si trova la società Energia Pulita, una delle due iscritte sul registro degli indagati) e di sindaco di Termoli.
Roberti, riporta Repubblica dall’avviso di conclusione delle indagini, era «co-progettista di fatto di alcune pratiche presentate da Energia Pulita allo Sportello per le attività produttive del Comune di Termoli da lui stesso amministrato». Sempre secondo quanto si legge negli atti dell’inchiesta, riceveva e accettava da rappresentanti di Energia Pulita denaro e altre utilità per sé e per la moglie consistite tra l’altro in periodi di assunzione della donna prima in uno studio di consulenze e poi in alcune società e tra queste la stessa Energia Pulita. A Roberti vengono infine contestati incarichi professionali a lui assegnati dalla medesima società. Secondo la tesi della Procura, avrebbe dunque preso in carico, nella sua veste di pubblico funzionario, l’interesse privato della società Energia Pulita. La moglie, per gli investigatori, avrebbe auto un ruolo di intermediario tra corrotto e corruttore «sfruttando, all’uopo, il concomitante rapporto di coniuge di Roberti e quello di impiegata alle dipendenze, dapprima di fatto e in un secondo tempo con formale contratto, della società Energia Pulita».
Nelle carte dell’inchiesta condotta da Guardia di Finanza e Carabinieri del Noe, anche incarichi allo studio di cui il governatore era socio.
Diversi i tronconi in cui sono suddivise le indagini. I reati contestati, a vario titolo, sono molteplici: estorsione, traffico illecito di rifiuti, turbativa d’asta. L’inchiesta, che riguarda fatti accaduti tra il 2019 e il 2021, ha portato alla luce una serie di connessioni tra la malavita pugliese e molisana. Roberti non è coinvolto nei filoni legati alla criminalità organizzata ma esclusivamente nella parte delle indagini sui casi di presunta corruzione. La chiusura delle indagini è stata firmata dal sostituto procuratore Vittorio Gallucci e dallo stesso procuratore distrettuale antimafia Nicola D’Angelo.
ppm

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