Un minuto di informativa al Consiglio regionale, nella prima seduta utile dopo che è “esplosa” la notizia del coinvolgimento del governatore del Molise, accusato di corruzione, nell’inchiesta della Dda di Campobasso su un traffico illecito di rifiuti fra basso Molise e Foggiano.
«Vi informo di aver ricevuto, così come rappresentato su tanti organi di stampa, la conclusione delle indagini preliminari che riguardano alcune attività svolte durante una parte del mio mandato da sindaco di Termoli e presidente della Provincia – ha detto ieri mattina in apertura dei lavori di Palazzo D’Aimmo il presidente Francesco Roberti – È evidente che spiegherò e chiarirò tutti gli aspetti della vicenda, sin da subito, nelle sedi competenti secondo le tempistiche e con le modalità previste dalle leggi. Vedrò di dimostrare la correttezza del mio operato nutrendo fiducia nella magistratura sia inquirente che giudicante nonché confidando nella serena e imparziale applicazione della legge. A tal proposito – ancora le parole di Roberti – ho dato incarico ai miei legali di fiducia, che stanno studiando la documentazione ricevuta non più di dieci giorni fa, al fine di chiarire gli aspetti giuridici e utili a dimostrare la mia estraneità a condotte penalmente rilevanti. Nella piena convinzione della correttezza del mio operato politico e amministrativo, continuerò a lavorare quotidianamente nell’interesse del Molise, della Regione e dei molisani».
Il tempo di una sospensiva, che la minoranza ha giudicato “tattica”, e la sessione è ripresa con le proposte sull’ordine dei lavori. Il capogruppo 5s Andrea Greco, dopo aver chiesto di anticipare la rielezione del Garante della persona, ha virato dritto sulla vicenda giudiziaria. Ed è stato subito scontro. «Presidente Roberti, arrivare in Aula e dire vi comunico che, dopo che quello che le è accaduto lo sanno dal Trentino alla Sicilia…». Immediato l’intervento del presidente del Consiglio Quintino Pallante e si è acceso un forte contradditorio sfociato in due richiami all’esponente pentastellato con la conseguente espulsione. Che però Pallante non ha formalizzato, spiegando a margine: è stato Greco a forzare le procedure.
«Nessun rispetto dell’Aula, lei evidentemente non ha contezza di cosa significa stare nell’Aula», l’ammonimento di Pallante. «Io me ne vado direttamente, non è un problema, e invito tutta la minoranza a lasciare l’Aula», la replica di Greco. Qualche altro minuto di screzi e sospensioni. Dopo l’ennesimo stop and go, tutti i rappresentanti di opposizione hanno abbandonato i lavori convocando la stampa ad horas per denunciare quella che hanno definito «omertà istituzionale».
r.i.