La nota, nel tardo pomeriggio di ieri. «Nella giornata di oggi il presidente della Regione Francesco Roberti ha aumentato il mio impegno in seno alla giunta regionale, affidandomi le deleghe ai Trasporti, all’Urbanistica e alla Pianificazione territoriale. Svolgerò gli incarichi attribuitimi con la consueta dedizione e determinazione». A parlare è il sottosegretario Vincenzo Niro, che torna a occuparsi di Trasporti (dopo averlo fatto d assessore nella passata legislatura).
Intanto a Primo Piano l’ex delegato a Trasporti e Sanità Roberto Di Pardo spiega i motivi delle dimissioni. «Lei segue i lavori del Consiglio regionale, giusto? E allora le è evidente chi ogni volta si alza per intervenire in Aula, argomentare e difendere quando ce n’è bisogno provvedimenti e comportamenti del presidente Francesco Roberti. Il sottoscritto, esatto. Continui a seguirli e vedrà chi continuerà a farlo. Il sottoscritto». Nessun dissapore col governatore, dice innanzitutto.
«Non c’è stata alcuna discussione con lui. Il nostro è un rapporto di amicizia personale, vicinanza amministrativa e politica che continuerà senza alcun cambiamento, tanto meno scossoni».
Piuttosto, emerge dalla chiacchierata, Primo Piano ha visto giusto, almeno in parte, quando ha ricondotto le ragioni del passo indietro alle fibrillazioni fin troppo evidenti sulla sanità molisana.
Ex sindaco di Petacciato ed ex presidente del Cosib, Di Pardo è stato eletto a Palazzo D’Aimmo con Noi moderati ed è uno dei fedelissimi, se non il fedelissimo, del presidente. È anche alla guida della I Commissione permanente e quindi, conferma, alla base delle dimissioni c’è l’impossibilità di seguire con continuità ed efficacia tre “dossier” tutti corposi e pesanti.
«Poco tempo a disposizione per occuparmi di tutto con la stessa efficacia. Ma devo aggiungere che in particolare nel settore della sanità bisogna anche essere messi nelle condizioni di risolvere i problemi. Finché ci sarà questo che io chiamo un drago a due teste, vale a dire la struttura commissariale che risponde al governo nazionale e la Regione – il presidente o io che ero solo un suo delegato – sarà sempre difficile se non impossibile farlo. Non voglio accusare nessuno, dico solo che rispondiamo, commissari e rappresentanti della Regione, a interessi differenti». Tagli e risparmi da un lato, per onorare il mandato di ridurre il disavanzo, dall’altro invece il mandato ricevuto dagli elettori e quindi la tutela o una riorganizzazione più razionale dei servizi.
In questi mesi, Di Pardo è stato spesso “segnalato” come molto attivo sul fronte della gestione quotidiana dell’assistenza e, prima, dell’organizzazione sanitaria. Personale, relative limitazioni, acquisto di dispositivi. Di solito, chi gioca un ruolo del genere non viene accolto con giubilo.
Lui però di più non dice. Né commenta oltre il cortocircuito fra il presidente e i commissari. «Roberti credo sia stato chiarissimo». E determinato a farsi sentire anche a Roma.
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