L’annuncio è già tutto un programma: «Martedì 27 maggio sarò davanti alla sede del Consiglio regionale del Molise per far capire ai cittadini che l’acqua che arriverebbe in Puglia sarebbe l’eccesso che la loro regione butta in mare, circa 120 milioni di metri cubi. Uno spreco immane di risorsa idrica che può essere utilizzata per i circa 6mila ettari di terreni del basso Molise e ciò che “avanza” per la Capitanata».
Antonio Tutolo, capogruppo di Per la Puglia, contribuirà ad animare un dibattito che si annunciava già particolarmente acceso sulla mozione presentata dal Pd.
Quindi il “pirotecnico” ex sindaco di Lucera (celebri le sue dirette Fb durante il periodo della pandemia), ribadisce la sua posizione e critica la capogruppo dem Micaela Fanelli e i suoi colleghi. «L’emergenza idrica è una sfida che non dovrebbe mai essere oggetto di strumentalizzazione politica o di indecorosi spettacoli a danno dei cittadini. Mescolare le acque con dibattiti fuorvianti non fa un buon servizio né alle comunità molisane né a quelle pugliesi. Recuperare l’acqua in eccesso che, come avviene da tempo, finisce dispersa in mare è una questione di responsabilità e buon senso, non un pretesto per contese», è la sua prima osservazione.
Rivendica di aver organizzato il primo «serio incontro interlocutorio con i rappresentanti della Regione Molise» per «sbloccare decenni di inerzia». Il confronto, lunedì scorso in V Commissione al Consiglio regionale della Puglia, riferisce Tutolo, «ha messo in luce le esigenze chiare e reciproche. La necessità di potenziamento della condotta del Liscione può dissetare il Nord della Puglia e contemporaneamente garantire l’acqua per l’irrigazione del basso Molise. Parliamo di cifre importanti: circa 120 milioni di metri cubi di acqua dolce che ogni anno vengono buttati a mare.
La Puglia non chiede di sottrarre nulla, ma di utilizzare ciò che avanza dopo l’irrigazione dei 6.000 ettari di terreni molisani (parliamo di circa 18 milioni di metri cubi), che sarebbero raggiunti dalla nuova rete di distribuzione, alleviando condizioni critiche anche lì. Quindi l’acqua in eccesso sarebbe tanta, e solo quella, andrebbe alla Puglia per uso potabile, liberando così la diga di Occhito per l’irrigazione. Ho invitato il consigliere molisano Guido Massimo Sabusco proprio per avviare questo dialogo e lo ringrazio per aver accolto l’invito, dimostrando un’apertura fondamentale. Per questo, mi riesce difficile comprendere come esponenti del Partito Democratico molisano, lo stesso partito che in Puglia è in maggioranza, possano andare contro un’interlocuzione basata su un principio così semplice: l’utilizzo di risorse in eccesso. Si dimentica un fatto fondamentale: l’acqua non è proprietà né del Molise né della Puglia. È un bene comune. Il dialogo è, dal mio punto di vista, una necessità irrinunciabile per trovare soluzioni condivise. Ma sia chiaro: l’assenso del Molise a concedere l’acqua in eccesso alla Puglia, secondo le normative vigenti, non è giuridicamente necessario», conclude. Non senza eccesso di zelo e chiarezza.

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