Licenziato dalla IV Commissione la scorsa settimana, il nuovo Piano sociale regionale 2025/2027 è iscritto al primo punto dell’ordine del giorno del Consiglio di domani per l’esame finale e l’approvazione.
Le opposizioni assicurano battaglia. Per la consigliera del Pd Alessandra Salvatore era indispensabile un rinvio che permettesse, già nella fase istruttoria, di superare i limiti della bozza. «La riduzione degli Ambiti territoriali sociali contenuta in questa versione potrà ancora garantire un assetto che rispetti peculiarità ed omogeneità territoriali? Cosa ne sarà del personale? La natura pubblica di qualunque soggetto giuridico che dovesse sostituire gli Ats sarà garantita? Erano queste alcune delle domande rimaste, per ora, inevase e che tornerò a porre, in maniera ancora più urgente, in Consiglio regionale. Perché questioni – ha spiegato in particolare Salvatore a margine della seduta della Commissione in cui è stato espresso il parere – che attengono alle povertà, alle condizioni di disabilità, al diritto all’abitare, alla presa in carico dei minori più fragili (per citare solo alcuni settori) non possono essere ‘licenziati’ con questa velocità. Sarà battaglia nelle istituzioni ed in Consiglio».
Ha poi proseguito Salvatore: «Prima ancora che l’Aula di Palazzo D’Aimmo si pronunci per la determinazioni conclusive sul nuovo Psr (e anche sul Piano regionale di contrasto alla povertà 2025-2027) mi sarebbe piaciuto che fossero state prese almeno in considerazione le mie istanze di approfondimento, rispetto a potenziali aspetti di criticità anche importanti. I servizi sociali agganciati a questa riforma sono un tema troppo delicato per bypassare le opposizioni e chi, come me, aveva chiesto qualche giorno per approfondire le osservazioni che pure sono state presentate in occasione dell’apertura dell’istruttoria, durante le audizioni e, fino a qualche ora fa, dal partenariato e dagli ordini. Le risposte non sono mai arrivate, le criticità restano, la consigliera regionale delegata Stefania Passarelli neppure oggi (il 28 maggio scorso, ndr) ha fornito i chiarimenti richiesti, pur ammettendo che non ci sarà alcun risparmio sul piano della spesa. Gli altri colleghi consiglieri presenti hanno ritenuto che il tema non meritasse una ulteriore riflessione. Ciò che più conta è che viene considerata ininfluente la posizione di più di 70 Sindaci molisani, di ogni colore politico, che hanno detto un “no” chiaro e forte».
A stretto giro è arrivata anche la replica della delegata al Welfare Passarelli. «Noi non tagliamo sui servizi sociali, non risparmiamo ma investiamo sul personale, assicuriamo le risorse (per la prima volta un Psr con copertura finanziaria da 46 milioni di euro), le spendiamo bene e diamo risposte con i fatti – ha evidenziato nel dare notizia della copertura del fabbisogno finanziario per pagare i contributi Fna a tutti coloro che hanno fatto domanda e ne hanno diritto – mentre il Pd si riunisce nei circoli con l’onorevole De Maria, proveniente dall’Emilia Romagna e componente della Commissione d’inchiesta sulla “sicurezza delle città e degrado delle periferie” e con gli esponenti locali dem che propongono la soppressione della Provincia di Isernia e il passaggio con l’Abruzzo. Chiacchiere, proclami o forse solo preoccupazione perché la riforma non permetterà di svolgere solo le gare d’appalto? Perché questo sarà il vero cambiamento che forse spaventa. Sia chiaro: l’affidamento dei servizi non è stato e non sarà mai di competenza della Regione Molise, checché ne dica qualcuno».

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