Lo avevano annunciato nei giorni scorsi, sono pronti a metterlo in pratica oggi: gli esponenti molisani del Pd daranno battaglia contro il nuovo Piano sociale regionale, documento di programmazione triennale giunto oggi al suo ultimo miglio. È prevista, infatti, la discussione finale in Consiglio e l’argomento è in cima all’agenda.
Per rinnovare i motivi della contrarietà al provvedimento e dare manforte ai tre eletti a Palazzo D’Aimmo (Fanelli, Salvatore e Facciolla), il partito guidato da Ovidio Bontempo ha organizzato una protesta che chiama anche i sindaci alla mobilitazione.
Il Pd, in sintesi, ritiene «irricevibile la proposta di Piano sociale regionale, avanzata dalla giunta regionale senza valide motivazioni e la necessaria condivisione, sia sul piano metodologico, a causa della mancata concertazione con sindaci, amministratori, operatori del terzo settore e cittadini, sia nel merito della proposta per i seguenti motivi: ridurre a tre gli ambiti sociali dagli attuali sette significa allontanarsi dalle esigenze e dalle peculiarità del nostro territorio e dalle esigenze specifiche di tutta la popolazione; non dà alcun beneficio alla nostra Regione né produce alcun risparmio di spesa; tale “accentramento” non consentirebbe di dare risposte puntuali ai bisogni dei soggetti più fragili (in condizione di povertà o disabilità), andando in direzione ostinata e contraria rispetto alla posizione dei sindaci che oggi garantiscono, per ruolo e prossimità, conoscenza quotidiana rispetto ai destinatari dei servizi sociali».
Il partito di Schlein, quindi, «in continuità con il lavoro di ascolto e partecipazione che sta svolgendo a tutti i livelli territoriali sul tema del sociale, sostiene l’iniziativa dei tanti sindaci, che hanno espresso con chiarezza una forte contrarietà nei rispettivi consigli comunali, e dei consiglieri regionali che hanno segnalato diverse criticità del nuovo piano anche nelle commissioni competenti».
L’appuntamento è per stamattina davanti al Consiglio regionale, in via IV Novembre a Campobasso, per una mobilitazione comune «a tutela dei diritti dei cittadini, una battaglia da combattere insieme ai sindaci, per una corretta ed efficace gestione dei servizi sociali che non lasci indietro le persone e i territori più fragili».

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