È finita che lo scontro più aspro, la spaccatura più plateale sono maturati tutti all’interno del fronte progressista.
Il capogruppo 5s Andrea Greco e il leader di Costruire democrazia Massimo Romano non hanno votato contro il nuovo Piano sociale regionale, si sono astenuti. E nelle loro dichiarazioni, con più veemenza il primo ma nel merito è andato più a fondo il secondo, hanno messo nel mirino la posizione dei colleghi del Pd, in particolare delle colleghe Micaela Fanelli e Alessandra Salvatore, che sono state veementi nel giudizio assolutamente negativo sul Piano.
Una «riforma che peggiora le cose», fallimentare – secondo Fanelli – per tre motivi: «Costa di più dell’attuale sistema, costa di più ai cittadini perché è previsto un ammontare maggiore a carico
dei Comuni, non garantisce maggiore efficienza perché attualmente i piani sociali sono perfettibili rispetto alle maggiori esigenze ma funzionano e, terza motivazione, non risponde ai maggiori bisogni del territorio che riguardano le nuove povertà l’immigrazione, il socio sanitario che non è mai stato integrato». Il livello dei decibel – e quello dello scontro – si è alzato parecchio quando in Aula Fanelli ha parlato di «procedure illegittime» riferendosi anche ai criteri, dettati dal Piano, per l’avviso pubblico per la selezione dei coordinatori dei tre Ambiti (si riducono dagli attuali sette) e di «mancette pubbliche a mezzo legge di Stabilità».
Accuse respinte al mittente con la verve che la contraddistingue dalla consigliera delegata al Sociale Stefania Passarelli. «Non tagliamo servizi ma efficientiamo il sistema. La riforma può spaventare solo chi ha costruito la carriera politica sul sociale trasformando i diritti in aiutini».
Sia Fanelli sia Salvatore hanno inoltre assicurato che la battaglia proseguirà in altre sedi contro il provvedimento, i Tribunali amministrativi in primis. Passarelli invece ha annunciato la volontà di portare il verbale con le accuse di Fanelli, definite «calunnie» in Procura.
Le tinte forti sono state comunque tutte al femminile. Greco, dai 5s, ha da subito marcato la sua distanza dal resto della minoranza anticipando che si sarebbe astenuto e ha criticato le dichiarazioni della collega capogruppo dem. «Mi è toccato di sentire molte cose, oggi pure che Greco e Romano (che nel frattempo era intervenuto, ndr) hanno aderito alla linea della filiera della Lega: quella del fidiamoci», ha replicato Fanelli. «Il triangolo non mi appartiene, è invece noto in alcune zone del Pd», ancora Greco. Il leader di Cd ha condiviso l’esigenza di migliorare il Piano ma non quella di osteggiarlo in modo così “drammatico”. Lo stesso Primiani, 5s, pur votando no nel suo intervento ha parlato di due sistemi, uno antecedente e l’altro che prende piede con questo nuovo documento.
Salomonico l’intervento del governatore Roberti. Non ha biasimato nessuno, anzi ha ammesso che quando ci si “scalda” si possono dire parole e frasi non proprio politicamente corrette ma perché ognuno è convinto della propria linea, non per malafede o altro. Da ex sindaco ha però ribadito l’esigenza di cambiare l’impianto della gestione del welfare sul territorio. «In Basilicata inoltre hanno otto ambiti e 500mila abitanti. Noi, con la metà della popolazione, vorremmo conservarne sette?». L’appello a verificare insieme come il nuovo assetto funzionerà, visto il risultato della votazione e il dibattito in Aula è caduto nel vuoto per il solo Pd.
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