Mentre Beppe Grillo affila le armi legali per riprendersi nome, simbolo e – diciamolo – l’anima stessa del Movimento 5 Stelle, in Molise si apre il gioco delle coppie. Politiche, ovviamente.
Il comico fondatore è pronto a trascinare tutti in tribunale per riaffermare la titolarità del “marchio” pentastellato, oggi nelle mani dell’associazione di Genova. E giù tensioni, distinguo, smottamenti nella galassia grillina. Un déjà-vu ormai ciclico.
Ma la vera domanda è: e adesso che succede in Molise?
Andrea Greco, da sempre ortodosso della prima ora, non ci sono dubbi: seguirà Beppe anche su Marte. Fedelissimo al garante, pronto a rimettersi lo zainetto e a gridare “onestà!” nei corridoi del Consiglio regionale.
Roberto Gravina, invece, ha già scelto: la linea è quella di Conte, pacata ma inamovibile, istituzionale ma determinata. L’ex sindaco di Campobasso sarà il faro molisano del contismo ragionato. Diplomatico, ma deciso.
E poi c’è Angelo Primiani. Eh, qui le cose si complicano. L’uomo delle sorprese, della tattica, del “ni” strategico. Con chi starà? Con Beppe? Con Giuseppe? Con nessuno dei due? Ai posteri (e ai sondaggi) l’ardua sentenza.
Chi invece non si pone nemmeno il problema è Federico. Lui, come sempre, non pervenuto. Probabilmente alle prese con i suoi silenzi programmatici, i comunicati criptici e le apparizioni a sorpresa. Il tutto, ovviamente, nel più assoluto riserbo istituzionale.
Insomma, il Movimento si spacca (di nuovo) e in Molise, come sempre, ci si adegua con stile: quello tragicomico della politica in formato ridotto. A cinque stelle… cadenti.
Lu.Co.