Cardiologia, la branca medica organizzata in reparti ospedalieri, non la canzone di Francesco De Gregori. È la Cardiologia uno dei punti più sensibili della riorganizzazione della sanità molisana.
La “battaglia” è nota. Si gioca sui numeri che non ci sono in Molise, sia in termini di popolazione e quindi casi e interventi sia in termini di specialisti che mancano. Tutto deriva dal Balduzzi, la madre di tutte le battaglie che però non è ancora stata vinta. Quindi, in vigore ci sono ancora e sempre i criteri del dm 70 in base ai quali la XX Regione dovrebbe avere un solo laboratorio di Emodinamica. Ma come si fa, con l’orografia del Molise, a garantire un intervento efficace in caso infarto con una sola Emodinamica. Una almeno andrebbe chiusa, ha “concesso” Roma. Ed è scoppiata la guerra, fra poveri, fra Termoli e Isernia.
Non se ne discuterà prima del Tavolo tecnico fissato il 23, ma sul tavolo dei dirigenti ministeriali che fanno parte del gruppo di lavoro che monitora gli adempimenti del Balduzzi c’è da qualche mese una soluzione salomonica ma temporanea. L’accorpamento funzionale dei laboratori del San Timoteo e del Veneziale a quello del Cardarelli. Nessun posto letto assegnato, negli ospedali spoke, ma la garanzia di fatto che un intervento coronarico urgente sarà garantito. Sarà l’Emodinamica di Campobasso «la struttura di riferimento regionale per le procedure interventistiche coronariche, connotata come Unità operativa semplice all’interno della di Cardiologia del Cardarelli, coordinata da un proprio responsabile, e assicurerà le prestazioni di PTCA h24 e 7 giorni su 7 su tutto il territorio regionale», si legge nel documento tecnico di definizione della rete ospedaliera, uno dei documenti inviati a Roma dai commissari Bonamico e Di Giacomo nelle ultime settimane.
Quindi, i laboratori spoke continueranno a operare sotto il controllo e il coordinamento dell’hub nell’ambito di una sperimentazione che durerà 18 mesi. Poi si valuteranno costi e risultati.
Emodinamisti già formati, innovazioni tecnologiche per le quali sono stati investiti fondi pubblici, l’oggettiva difficoltà nella mobilità per la provincia di Isernia, gli indicatori demografici a cui si aggiungono la presenza del nucleo industriale e le presenze turistiche per il basso Molise: questi i motivi su cui Bonamico e Di Giacomo puntano per convincere i tecnici ministeriali a dare via libera alla sperimentazione senza dover chiudere alcun laboratorio.
«In questo periodo di prorogatio, il Cardarelli di Campobasso rimarrà il riferimento regionale per l’interventistica coronarica di emergenza, coordinando e gestendo tramite il 118 la presa in carico del paziente con Ima Stemi e utilizzando, ove necessario, la presenza sul territorio dei due presìdi periferici di Isernia e Termoli. Per le prestazioni emodinamiche programmabili (Coronarografie/PTCA)inoltre, l’Unità di Cardiologia del Cardarelli di Campobasso organizzerà una équipe itinerante che sarà di supporto a quelle dei presidi ospedalieri di Termoli e di Isernia – si legge ancora nel documento preparato dalla dg Salute Gallo insieme alla struttura commissariale – per eseguire le suddette prestazioni negli ospedali di competenza». ritai

























