«Un altro cartellino rosso pesante. L’ennesimo». Ha commentato così la capogruppo del Pd in Regione Micaela Fanelli la notizia pubblicata ieri da Primo Piano sul diktat del Tavolo tecnico per ottenere i 90 milioni stanziati per ridurre il disavanzo sanitario.
Insieme ai colleghi di opposizione, ha reso noto ancora Fanelli, ha chiesto al dg della Programmazione sanitaria Walter Bergamaschi un incontro per sapere come stanno realmente le cose.
La Finanziaria 2025 della Regione va modificata, hanno scritto i dirigenti dei Ministeri nel parere firmato per tutti da Bergamaschi, va modificata oppure non arriverà in Molise neanche un euro. Due i punti dolenti. Al netto dei 90 milioni stanziati da Roma, ne restano da coprire altri 31,2 di debito pregresso. La Regione ha previsto un rientro decennale, il Tavolo impone invece che sia quinquennale. E il bilancio di previsione in questo punto va cambiato. Su questo primo “appunto”, emerso già nella seduta del 15 aprile, c’è l’impegno formale del presidente Roberti.
Ma il previsionale presenta un altro problema: valorizza i 45 milioni assegnati per l’annualità in corso ma non inserisce l’intero disavanzo della sanità. Quindi, tutto da rifare in questo punto.
E siccome il parere del Tavolo, lo prevede la stessa Finanziaria del governo Meloni che ha autorizzato il contributo al Molise, è decisivo, vincolante, solo dopo le modifiche normative i tecnici valuteranno se i 90 milioni possono essere accreditati alla XX Regione.
«Per verificare la veridicità di quanto riportato, capire la posizione del ministero della Salute e far sentire la nostra voce, sottolineando le criticità che il territorio sta evidenziando e che noi condividiamo, abbiamo scritto al direttore della Programmazione sanitaria per richiedere un incontro urgente. Mi sono attivata in tal senso insieme ai colleghi del Partito Democratico, Facciolla e Salvatore e ai colleghi del Movimento 5 Stelle, Primiani e Gravina – ha detto Fanelli – Basta segreti, basta tagli, basta con questa gestione opaca della sanità».
A “Conto alla Rovescia” venerdì sera il capogruppo 5 stelle Andrea Greco e il collega di Costruire democrazia Massimo Romano hanno ribadito la propria posizione. Loro hanno imboccato una strada diversa. D’altro canto, Romano lo ha ribadito: il commissariamento è «uno strumento criminale che in 16 anni non solo non ha risolto il problema, lo ha addirittura aggravato». I Ministeri, i tecnici non sono i suoi interlocutori. «I nostri colleghi di minoranza hanno deciso di scrivere ai Ministeri, cosa che abbiamo fatto reiteratamente e siamo rimasti inascoltati. Nessuno ci ha mai ricevuto. Chiederemo – ha aggiunto Greco – di essere auditi dalle commissioni di Senato e Camera. Bisogna elevare il livello a un livello parlamentare e ognuno con i propri riferimenti deve chiamare in causa la propria parte politica. E se la parte politica che chiamiamo in causa non dovesse ascoltarci, io non ho nessun problema a uscire anche dal mio Movimento nel momento in cui non ci dovesse dare ascolto su queste dinamiche».
ppm

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