I molisani non sono cittadini di serie B, hanno diritto alla garanzia della salute. Ascoltati a Palazzo D’Aimmo, i rappresentanti dei comitati che in queste settimane hanno riavviato la mobilitazione contro i tagli paventati nella bozza di Programma operativo 2025-2027 all’attenzione del Tavolo tecnico, hanno posto all’attenzione della politica regionale poche richieste ma chiare. In sostanza: deroga al decreto Balduzzi, i cui criteri imporrebbero ad esempio la chiusura di due Emodinamiche e il mantenimento del solo laboratorio del Cardarelli, e una quota maggiore di Fondo sanitario nazionale perché assicurare i servizi sanitari in Molise non costa quanto farlo in un quartiere di Roma. Costa di più.
Tutto questo in attesa di un’azione forte dei sindaci, che – ha detto a margine dell’audizione la rappresentante del comitato agnonese “Il Cittadino c’è” Enrica Sciullo – «avrà tutto il nostro sostegno. Aspettiamo che gli amministratori si coordinino ma saremo assolutamente al loro fianco».
Ad essere ascoltati dai capigruppo e dai vertici istituzionali del Consiglio regionale negli “incontri del lunedì”, che gli esponenti dell’Assise legislativa tengono regolarmente con il territorio e le sue evidenze socio-economiche, sono stati i comitati “Sanità bruciata”, “Il Cittadino c’è” e “Comitato San Timoteo”.
Al confronto, per l’Assemblea legislativa, oltre al presidente Quintino Pallante (che ha convocato e coordinato l’incontro), al vicepresidente Vittorino Facciolla, al segretario Fabio Cofelice, i presidenti delle Commissioni III e IV, Roberto Di Baggio e Nicola Cavaliere, e i capigruppo Roberto Gravina, Andrea Greco, Micaela Fanelli, Massimo Romano, Massimo Sabusco.
Per i comitati sono intervenuti Emilio Izzo, presidente di “Sanità bruciata”, Enrica Sciullo, presidente de “Il Cittadino c’è” e Nicola Felice, che guida il “Comitato San Timoteo”.
Differenti le argomentazioni dei portavoce delle associazioni civiche ma la piattaforma di rivendicazione è comune. Tutti hanno chiesto un impegno della massima Assise molisana per supportare istituzionalmente e politicamente sui Tavoli romani le loro richieste che mirano a: ottenere la modifica o una deroga al decreto Balduzzi, in coerenza con le specificità del Molise; aumentare il budget sanitario annuo, in considerazione delle evidenze che dimostrano come il deficit sanitario generatosi negli anni è strutturale e non eccezionale; superare il commissariamento, che non ha ottenuto negli anni i risultati prefissi; sospendere o comunque revisionare il nuovo Programma operativo; mettere in campo un’azione congiunta di tutte le forze politiche, di quelle sindacali, datoriali e di categoria atta ad ottenere dallo Stato la garanzia sull’intero territorio regionale, a seconda delle sue singole peculiarità demografiche e orografiche, di prestazioni sanitarie adeguate alle necessità della popolazione residente e il diritto alla salute in ciascuno dei 136 Comuni delle due Province.
«Per noi che viviamo in alto Molise, per il Caracciolo di cui è stata proposta la riconversione in ospedale di comunità, la situazione credo non possa peggiorare ma solo migliorare. Con questo scenario di fronte siamo nel baratro – ancora Sciullo – Penso che però sia evidente che tutti i territori della regione sono assolutamente penalizzati e critici verso il nuovo Programma operativo. Chiudere l’Utic o il Punto nascita a Isernia, inoltre, significa lasciare scoperto anche l’Alto Sangro che oggi gravita sul Veneziale, Senza dimenticare, come invece sembra che tutti stiano facendo, la rete dell’infarto e le conseguenze negative che potrebbero materializzarsi se la difficoltà del Responsible, lungi dall’essere risolta, aumenterà».
Dalla costa, Felice ha ribadito la necessità di ottenere quello che si può ragionevolmente ottenere: una deroga al Balduzzi e non la sua modifica radicale che al capo del Comitato San Timoteo non sembra fattibile, e maggiori risorse dal Fondo nazionale.
Dopo un dibattito che ha visto gli interventi anche dei consiglieri presenti, il presidente Pallante, tirando le somme, si è dichiarato disponibile a studiare azioni volte a sostenere l’iniziativa dei Comitati per quanto riguarda la richiesta di garanzia dei diritti costituzionali di tutti i molisani sull’intero territorio regionale. Pallante ha anche informato dell’indagine conoscitiva che la IV Commissione sta portando avanti per definire innanzitutto l’ammontare del deficit, quindi i contenuti del nuovo Po. Nell’ambito di questa attività, lunedì prossimo saranno ascoltati i commissari Bonamico e Di Giacomo.
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