Sarà discusso domani al Tar il ricorso proposto da un “contribuente” molisano sul disavanzo della sanità. L’obiettivo è accollare allo Stato, che ha gestito e ancora gestisce il commissariamento, il deficit da centinaia di milioni accumulato in 16 anni.
Si tratta della via giudiziaria a quella politica e amministrativa proposta da tempo in Consiglio regionale dal capogruppo di Costruire democrazia Massimo Romano. «La nostra tesi è chiarissima ed è avallata in linea di principio da plurime pronunce sia della Corte costituzionale che del Consiglio di Stato: i ‘cocci’ li hanno rotti i commissari governativi e quindi è giusto e sacrosanto che a ‘pagare’ siano loro, ossia i Ministeri rivalendosi poi sui commissari inadempienti, e non i cittadini contribuenti. Se passerà la nostra linea – il commento di Romano a poche ore dall’udienza – il bilancio della Regione Molise tornerà in bonis, senza bisogno di cedere al ricatto del Governo che ha subordinato i famosi 90 milioni di euro ad ulteriori tagli ai servizi sanitari, e in più dal giorno dopo si potranno abbassare le tasse, svincolare la spesa pubblica per investimenti, uscire dal commissariamento, potenziare finalmente la sanità liberandola dal cappio del piano di rientro.
Su questa partita, Costruire democrazia si gioca il tutto per tutto: siamo tornati in Consiglio regionale nel 2023, dopo un’assenza di dieci anni, e siamo determinati a lasciare il segno concreto e tangibile del nostro impegno politico, istituzionale e giudiziario su quella che consideriamo la madre di tutte le battaglie. Mercoledì (domani, ndr) sarà il giorno della verità e per questo ringrazio il ricorrente Andrea Montesanto, gli avvocati Antonio Di Pietro, Pino Ruta, Margherita Zezza e Piero Colucci, tutti gli amministratori locali e militanti del nostro movimento che ci hanno supportato e ci sostengono, unitamente a Cgil, Cna, Legacoop e Cittadinanzattiva che hanno sposato la causa con senso di responsabilità».

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