L’elezione del
sindaco di Portocannone, Luigi
Mascio, al vertice del Cosib
di Termoli rischia di portarsi dietro
strascichi velenosi e, soprattutto, di rompere diversi equilibri. Al sindaco Di Brino, infatti, non è andata giù l’elezione di un ‘forestiero’ alla presidenza del Consorzio, visto che il 90% delle aziende insediate lo è sul suolo termolese. Pertanto, nella riunione
dei capigruppo convocata
per domani, potrebbe annunciare l’uscita di Termoli dal nucleo
industriale, anche se al di là
delle beghe statutarie e di appartenenza
giuridica difficile
sarebbe ipotizzare un recesso
territoriale autentico.

Intanto, il tentato blitz di modificare
proprio la storia con
la surroga lampo di Bruno Verini
in rappresentanza dell’Azienda
autonoma di soggiorno
e turismo, al posto di
Fernanda De Guglielmo, ha
riaperto e gettato sale vivo
sulle ferite di un’amministrazione
comunale, quella di
Termoli, che a fatica aveva
saputo rimarginare fratture e
malumori sfociati nel rimpasto
di fine autunno. Le parole
dettate dalla bile che l’assessore
regionale
Gianfranco Vitagliano
ha stampato
sulla sua pagina
di Facebook
all’indirizzo certamente
degli
esecutori materiali
di questa sostituzione
‘‘politically
incorrect’
ma anche al
mandante Ulisse
Di Giacomo ha
innalzato i toni
nel Pdl a livelli
altissimi, tanto
che lo stesso Vitagliano ha già
prefigurato venti di guerra in
via Sannitica. Tutto questo mentre il governatore Iorio, grande sponsor di Montano,
avversario di Mascio, si tira fuori dai giochi precisando che
il suo interesse in questo momento è per i problemi del Molise.

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