Anche i giovani democratici molisani prendono posizione sulla vicenda del referendum costituzionale del 4 dicembre e lo fanno con una nota in cui spiegano che – per molti di loro – non è stato un voto contro.

«La scelta, di chi, come noi, ha votato contro le indicazioni del Partito, è stata dettata dal fatto che riteneva questa riforma costituzionale antidemocratica e contraria ai principi ed i valori che noi riteniamo debbano avere casa nel Partito Democratico. Teniamo a sottolineare con forza che non è un voto contro il Governo Renzi o Renzi stesso, né tantomeno contro il segretario Fanelli o il presidente Di Laura Frattura. Il risultato referendario del 4 Dicembre ha dimostrato che quando un partito ed un’organizzazione giovanile seguono le linee guida di un leader e non quelle della popolazione è destinato a fallire miseramente. La nostra volontà è quella di ricostruire il partito, in tutti i suoi livelli, secondo quelle linee guida che hanno, da sempre, costituito l’ossatura della nostra famiglia. Per farlo c’è bisogno di una formattazione, di un nuovo linguaggio, di un nuovo spirito contrario a quello che ci ha guidato fino ad adesso e che ci ha portato a non seguire più negli ultimi anni le serie problematiche della nostra regione ma a prostrarsi supinamente ai desiderata del potente di turno o del segretario di turno, dimenticando che c’è anche una solida base di iscritti di cui bisogna tener conto e di cui al contrario è stata fatta carta straccia ed a cui non è stato dato spazio per poter esprimere le proprie opinioni e poter aver un confronto civile», si legge in una nota.

 

 

2 Commenti

  1. Mariella Mastronardi scrive:

    Bravo, Gennaro! Da giovane (perché a trent’anni lo si è ancora) non do’ cinque centesimi a persone della mia generazione -anno più anno meno- che hanno come massima aspirazione comprarsi lo Smart Phone di ultima generazione anche se non hanno il becco di un quattrino; persone che vedono l’Isola dei famosi e ritengono che il mondo inizia e finisca con l’esigenza di fare l’alba in questo o quell’altro locale. E la lezione sulla carta delle carte, la Costituzione, dovrebbe venire da loro? Come dicono al gioco dei pacchi:”Rifiuto l’offerta e vado avanti”.

  2. Gennaro Di Giuseppe scrive:

    Ma fatevi un bagno di cultura e leggete lo Zingarelli alla parola “cambiamento”, questi ignoranti che fanno andare di moda anche un pronunciamento elettorale alla stregua di un telefonino! E la lezione sulla Carta delle Carte dovremmo prenderla da voi che, interrogati sul Titolo V piuttosto che sul CNEL, balbettate? Ma fatemi il piacere! Lo avete capito che il voto era fra un’istanza di cambiamento e l’immobilismo, o vi occorre un disegno? Lo avete capito che da ora per i prossimi anni vi terrete proprio quello che a parole avete criticato, ossia il bicameralismo che ha impantanato le leggi per mesi e mesi e ne ha partorite di brutte, doppioni che costano CINQUE MILIARDI di Euro all’anno quali le Province, strutture che hanno emanato solo 11 disegni legge dalla loro istituzione, nel ’57? No, che non lo avete capito, perché, lasciandovi offendere nella vostra dignità di elettori e di cittadini da chi ha detto di votare con la pancia piuttosto che con il cervello, lo avete fatto senza pensarci. Il Molise ed il Sud hanno dato il peggio di sé, e mi auguro che il Nord possa battere questa massa di parassiti attaccati a privilegi e clientele con la sua logica del fare. Una logica che a noi meridionali non appartiene.

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