C’era un tempo in cui un po’ tutti i partiti si riunivano di lunedì in un rito quasi obbligato: un summit di vertice, fissato in calendario, per impostare il lavoro e le decisioni di tutta la settimana, ma anche per godere della presenza dell’autorevolezza di qualche big che si fermava in periferia prima di tornare agli impegni parlamentari romani. Una consuetudine, quella del lunedì, che da un po’ di tempo ha inaugurato anche il governatore Frattura con quel che resta della sua maggioranza: undici eletti più due assessori esterni che si ritrovano a pranzo quasi ogni settimana e di lunedì. Se fosse un presidente un po’ più scaramantico sicuramente organizzerebbe l’incontro in due tempi. Perché alzi la mano chi di fronte a una tavolata apparecchiata per 13 non ha faticato a mangiare. Due le teorie per spiegare la credenza del 13 che porta sfortuna a tavola, una religiosa, legata all’ultima cena di Gesù con gli apostoli, compreso Giuda il traditore, e l’altra storica che richiama ad una data funesta: venerdì 13 del 1307 quando Filippo IV re di Francia diede ordine di sterminare i cavalieri templari per impadronirsi delle loro ricchezze.
Ma torniamo all’abitudine di riunirsi il lunedì, davanti a una tavola imbandita, propria soprattutto della Democrazia cristiana, che – in Molise – era solita celebrare il rito in un ristorante in contrada Tappino a Campobasso.
Oggi che dalle mappe le sedi di partito sono quasi del tutto scomparse diventando luoghi evanescenti, i ristoranti – più di ieri – sono diventati luoghi dove la politica prende sostanza, location privilegiata per chi cerca di ricomporre il puzzle in vista delle regionali, come il centrodestra molisano che da novembre organizza tavoli. Lunedì scorso l’ultimo con un fuoriprogramma dopo i fatti di Bojano. Presenti tutti i responsabili delle sigle che si riconoscono nel cartello alternativo al Pd e al Movimento 5 Stelle: Forza Italia, Fratelli d’Italia, Noi con Salvini, Movimento nazionale per la sovranità, Idea, Insieme per il Molise o Direzione Italia che dir si voglia. Il ‘fattaccio’ nel Municipio matesino si è consumato da pochi giorni. Idea, il soggetto politico che fa capo al senatore Quagliariello, chiede spiegazioni al diretto interessato. Tra gli alleati siede anche chi ha fornito la stampella a Di Biase per continuare a governare la città di Bojano anche se alle elezioni si è candidato nello schieramento opposto. Carlo Perrella, uomo di destra, al tavolo nella veste di coordinatore regionale dei Sovranisti di Storace e Alemanno. A domanda risponde senza esitare che si è trattato di una operazione amministrativa. De Matteis abbandona il vertice, da lunedì coordinato da Giacomo Papa (vicecommissario dell’onorevole Nunzia De Girolamo).
Dopo aver atteso tre giorni un cenno da parte di qualcuno, ieri la conferenza stampa per rimarcare la distanza da quella vicenda.

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