I debiti della sanità. Michele Iorio, accusato dal successore Paolo Frattura (successore nella carica di governatore e nell’incarico di commissario ad acta) di averne lasciati per centinaia di milioni, non ci sta. E a ‘Conto alla rovescia’ venerdì scorso ha ribaltato la prospettiva: i debiti della Regione nel suo complesso, ha detto Iorio riferendosi a Frattura, «sono straordinariamente aumentati nel periodo della sua gestione».
Ma restando sulla sanità, «i circa 300 milioni di debiti», ha sostenuto Iorio, «non erano altro che la somma di debiti di ogni anno di gestione, all’inizio 80-90 milioni l’anno».
Il governo Prodi, ha ricordato di recente Frattura proprio in un’intervista a Teleregione, andò in soccorso dell’amministrazione regionale guidata da Iorio, «intervenne con un contributo straordinario – 500 milioni per azzerare il debito – e lui (Iorio, ndr) è stato capace in sei anni di rideterminare un debito di oltre 600 milioni di euro». L’allora presidente ha evidenziato invece che quando cambiò la gestione della sanità e si passò al sistema dei piani di rientro per le Regioni che superavano la soglia ‘tollerata’ di disavanzo, il governo Prodi «si accollò il debito complessivo non solo nel Molise, anzi in maniera inferiore di quanto fu fatto nel resto d’Italia». Bene, al netto del contributo nazionale straordinario, la sanità molisana presentava un disavanzo – «lui (in questo caso Frattura, ndr) lo chiama debito per dare l’idea di sciatteria, di amministrazione sbagliata» – che «viaggiava su circa 90 milioni all’anno».
«Ho portato avanti un discorso di risanamento anche molto forte. E rivendico l’unica riforma sanitaria fatta in Molise, l’eliminazione delle quattro Asl per ridurre i costi di gestione senza ledere la qualità dei servizi». Con la sua gestione, ha proseguito Iorio durante il programma di Pasquale Damiani, c’è stata la «riduzione di 1.000 dipendenti della sanità». Il suo piano prevedeva, come quello attuale, la conversione di Venafro e Larino, «satelliti di Isernia e Termoli per lungodegenza e riabilitazione». Iorio però contesta che quella di oggi sia riconversione, a suo parere in realtà gli ospedali minori sono stati chiusi, quello che resta è una struttura poliambulatoriale.
Comunque, tornando al disavanzo, sempre sotto la sua gestione «da 90 milioni siamo arrivati a 30, 40 milioni» e «ci siamo rifiutati di pagare 250 milioni come molisani, non l’abbiamo voluto fare». Si riferiva al mutuo trentennale acceso col ministero dell’Economia per saldare i debiti (o disavanzi) degli anni passati.
La situazione attuale, ha tirato le somme Iorio, è tale che «la Corte dei conti dice che il disavanzo 2016 della sanità è di 40 milioni. Con la differenza che quando governavo io c’erano tutti gli ospedali aperti, i cittadini non si lamentavano granché, i Pronto soccorsi potevano lavorare con tranquillità, il rapporto con Neuromed e Cattolica era di collaborazione, c’era un’attività graduale di revisione delle strutture pubbliche, non c’era scatafascio che oggi c’è, difficile da recuperare se non si reimposta una politica di investimenti in sanità pubblica. Nessuno mi convincerà che l’emergenza si gestisce con un Pronto soccorso che dice ti devo trasferire altrove».
Poi ha puntato il dito sulla mobilità passiva che «è aumentata». E il costo di chi va a curarsi fuori regione lo paga la Regione – «è il costo di un ospedale di 100 posti letto» – ma lo pagano pure «le famiglie, chi accompagna i pazienti fuori e paga chi non ha i soldi per andare fuori a curarsi».
Quindi, ha concluso rivolto a Frattura: «Non hai risolto disavanzo, non hai abbassato le tasse perché il mutuo che hai dovuto contrarre pesa nelle tasche dei molisani», c’è un disavanzo di «40 milioni all’anno, un mutuo trentennale e le strutture pubbliche sono ridotte al lumicino».
Da commissario della sanità, Iorio fu commissariato dal governo Berlusconi. «Fui commissariato perché rifiutavo di pagare con il mutuo il disavanzo della sanità. E la Regione Molise fu l’unica a farlo».

ppm

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