La morte improvvisa di Altero Matteoli ha provocato grande commozione nel centrodestra nazionale e regionale.
L’ex ministro coordinava anche il tavolo della coalizione chiamato a chiudere il cerchio sulle candidature, le alleanze e i programmi per le regionali che vedranno al voto Molise, Lazio, Lombardia e Friuli Venezia Giulia. Rinviate, dunque, tutte le riunioni già fissate per i giorni precedenti al Natale e che erano annunciate come decisive. Tutto slitta, così, a dopo Natale.
L’attenzione, però, in Molise resta altissima. Come la temperatura interna allo schieramento.
Sul campo resta la candidatura dell’ex presidente Michele Iorio, sostenuta da Direzione Italia.
Ieri a Roma, fra l’altro, la presentazione della ‘quarta gamba’ che si chiama ‘Noi con l’Italia’: presidente è il leader di Direzione Italia Fitto, insieme a lui Maurizio Lupi, Flavio Tosi e Roberto Formigoni. Non c’era, invece, Idea di Quagliariello che si è dissociata dall’iniziativa.
Tornando alle regionali, Iorio ha ribadito che non ha intenzione di fare passi indietro o di lato. All’ultima riunione del tavolo di centrodestra – domenica scorsa a Isernia – non ha partecipato.
Cinque movimenti civici, fra cui quello di Massimo Romano, hanno lanciato la proposta del presidente del Tribunale di Isernia Vincenzo Di Giacomo. Una figura che metterebbe d’accordo un fronte ampio e piace ai big del centrodestra che chiedono discontinuità (e quindi non vogliono la riproposizione di Iorio).
Ma il magistrato non ha ancora sciolto le riserve. Anche se su di lui il pressing è notevole. C’è chi lo descrive pronto a scendere in campo. Chi, invece, più realisticamente sottolinea che la delicatezza del ruolo che ricopre e il suo approccio all’impegno civico richiederebbe una più vasta unità di intenti.
Ma se Di Giacomo, o un altro nome indicato dal resto del centrodestra, fosse veramente della partita alle regionali, Iorio si candiderebbe comunque? L’ex governatore non entra nel merito del dibattito che si sta svolgendo al tavolo dei partiti, né commenta le intenzioni del giudice Di Giacomo. Ma non le manda a dire all’eurodeputato di Forza Italia Aldo Patriciello che, secondo i bene informati (e secondo la logica), sul nome di Iorio e sullo schema del centrodestra che fu ha posto un veto fin qui irremovibile.
«Tutte queste cose non le so – dice Iorio riferendosi alla probabile candidatura di Di Giacomo – So che sto lavorando sulla mia candidatura perché sia il più unificante possibile e rifiuto la logica del veto, soprattutto quello di Aldo Patriciello che mi sembra incongruo e dannoso per l’unità del centrodestra. Le ragioni sono politiche: non si può stare cinque anni col centrosinistra e poi cambiare tavolo e dettare le condizioni. Un’azione pretestuosa e inutile, che non porterà alla vittoria di questo schieramento. Sono convinto – ancora Iorio – che la mia proposta per il centrodestra sia nell’animo degli elettori e del nostro popolo. Non sono invece disposto ad accettare condizioni né condizionamenti».
Niente riunioni a Roma fino a dopo Natale. Ma quello del centrodestra molisano sarà un Natale esplosivo. Le premesse ci sono tutte.
ritai

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