Al tavolo convocato da Lorenzo Guerini, che per il Pd nazionale segue la partita delle amministrative, ieri mattina c’erano tutti: il governatore in carica Paolo Frattura, la segretaria regionale del Partito democratico Micaela Fanelli, il senatore Roberto Ruta che ha fondato l’Ulivo 2.0 con l’obiettivo dichiarato di creare un’alternativa al presidente uscente e la deputata Laura Venittelli che ha invece dato vita a Obiettivo unità. Lei come Ruta è fra i papabili alla corsa, al posto di Frattura, per il vertice della Regione. Ruta come lei è parlamentare uscente e un quadro complessivo che dia soddisfazione alle aspettative di tutti i contendenti in campo non sarebbe impossibile. In via teorica, perché invece dal punto di vista pratico – complici anche il vento che spira dalle parti del centrodestra e la difficoltà di capire come funzionerà sul territorio il Rosatellum – in molti descrivono la situazione come «delicata». Per i più pessimisti è «critica».
Al termine della riunione, in cui si sarebbe parlato di entrambi gli appuntamenti ma con un’attenzione particolare per le regionali, la consegna del silenzio è valsa per tutti i partecipanti. Concessioni risicatissime, solo per dire che «stiamo lavorando» e che «è stato avviato un ragionamento con la segreteria del Pd sulle prossime scadenze». Così il governatore Frattura. Si è cominciato a ragionare, aggiunge, su posizioni diversificate. La segretaria Fanelli pure spiega solo: «Abbiamo fotografato la situazione, stiamo lavorando». Il confronto è stato aggiornato a dopo Natale, il 28 dicembre il prossimo summit.
Le posizioni sono diversificate. Ma questo è già noto (anche) a Roma. Al Nazareno si era rivolto Ruta qualche giorno fa, ottenendo un incontro con Fioroni (suo riferimento nazionale) e Guerini. Che poi ha chiamato tutti a fare il punto. Il Molise non è la Lombardia in termini di numeri e peso, ma elegge cinque parlamentari. E nello scenario assolutamente incerto che stiamo vivendo – si pensi che l’ipotesi di tornare al voto subito dopo marzo per il rischio che dalle urne non esca alcuna maggioranza è molto accreditata nei palazzi del potere romano – pure cinque caselle vanno tenute nella massima considerazione.
Il senatore Ruta, mantenendo il profilo comune agli altri partecipanti alla riunione, spiega: «Abbiamo espresso le posizioni e le motivazioni alla base di queste. Dopo di che Guerini ci ha chiesto un approfondimento». Per questo il tavolo è aggiornato al 28. Ma l’obiettivo è comporre un quadro o ricomporre una lacerazione? «Ad oggi – risponde Ruta – ci sono posizioni chiare. Rispetto a questo bisogna individuare una soluzione».
La deputata Venittelli non rilascia dichiarazioni sul summit. Lei preferisce tenere la bocca cucita.
Di soluzioni, però, non si sarebbe parlato ieri. Anche se un paio di soluzioni, o qualcuna in più, si riescono a mettere in fila per logica. Per esempio, le primarie per decidere il candidato governatore Anche se fra gli oppositori di Frattura serpeggia un dissenso difficile da motivare (perché le avevano chieste loro mesi fa) e che ha una componente importante nella valutazione dell’avversario, il presidente cioè gode di una rappresentatività maggiore sul territorio (truppe più numerose in poche parole). Oppure, appunto, la composizione del quadro complessivo: per il Parlamento il Pd (tutto il Pd) scommette ancora su Ruta e Venittelli ricreando uno spirito di squadra che negli ultimi mesi è svanito. Il rischio in questo caso è che non basti a riportare entrambi a Roma. È cambiata la legge elettorale ed è cambiato il vento. O, ancora, il governatore fa un passo indietro per favorire una leadership che può tenere tutti uniti. Ma in questo caso si tratterebbe di una ‘soluzione esterna’. Non si capirebbe, allo stato delle cose, perché Frattura dovrebbe cedere il vertice a Ruta o Venittelli. Al tavolo Guerini ha chiamato contendenti alla pari. Se non fossero tali, d’altro canto, e se la situazione non fosse delicata non ci sarebbe stato bisogno dell’intervento di Roma.
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